Uscite al cinema all’insegna del doveroso ricordo. Non mancano malesseri sentimentali e generazionali. E neppure lo svago, suvvia!
Dramma e leggerezza s’inseguono. Al cinema, è chiaro.
Per il Giorno della Memoria, Gli invisibili (solo per tre date), La testimonianza e Paradise. Il primo, con Aaron Altaras, Alice Dwyer, Max Mauff e Ruby O. Fee per la regia di Claus Räfle, è su dei giovani ebrei nascosti nella Berlino nazista. Il secondo, diretto da Amichai Greenberg, vede l’alacre Ori Pfeffer indagare con difficoltà su una strage di guerra austriaca. Il terzo, firmato da Andrej Končalovskij, torna al passato, con la nobile Julija Visotskaja che offre protezione a dei fuggiaschi, rischiando grosso.
Temi seri anche per Luca Guadagnino e il suo Chiamami col tuo nome. Nell’estate del 1983 un colto studente americano (Timothée Chalamet) è attratto da un allievo del padre (Armie Hammer) più grande di lui. D’adolescenza tratta pure Edhel (di Marco Renda), dal nome della protagonista (Gaia Forte), complessata per le sue orecchie a punta e forse appartenente a un mondo fatato.
Mixano sorrisi e riflessione Made in Italy di Luciano Ligabue (con Accorsi e Smutniak), Tutti gli uomini di Victoria di Justine Triet (con Virginie Éfira) e Downsizing di Alexander Payne (con Damon, Wiig, Waltz…). Raccontano rispettivamente di insoddisfazioni lavorative da crisi, delle tribolazioni di un’avvocatessa single e di una procedura di rimpicciolimento degli umani messa a punto in un futuro imminente per fronteggiare gli sprechi energetici.
Infine, animazione, comicità e tensione, ripartite fra Bigfoot Junior (di Jeremy Degruson e Ben Stassen), Finalmente sposi (di Lello Arena) e L’uomo sul treno (di Jaume Collet-Serra). Narrano, nell’ordine, di un ragazzino in cerca del padre yeti (braccato da loschi scienziati), di due fidanzati (gli Arteteca) indebitatisi per le nozze (e costretti a emigrare) e di un pendolare (Liam Neeson) avvicinato su un vagone da una psicologa (Vera Farmiga) che gli propone una strana ricerca.