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Uscite al cinema dell’8 novembre 2018

Storia e fantasia, impegno e spensieratezza s’incrociano nelle uscite al cinema di questa settimana. Non mancano i mix culturali e gli accenni sportivi.

Protestano, i protagonisti dei film in uscita. O comunque dissentono.

Iniziamo da Ben Foster e la figlia Thomasin McKenzie, i quali, diretti da Debra Granik, in Senza lasciare traccia vivono nella natura; i servizi sociali eccepiscono. Pure Eleonora Conti, mascolina sedicenne giocatrice di hockey, lotta per affermarsi in Zen sul ghiaccio sottile di Margherita Ferri. Quanto a Marcello Martini – l’idealista friulano Menocchio nell’omonimo lungometraggio cinquecentesco di Alberto Fasulo – affronta l’accusa di eresia.

Dalla storia – rivista in chiave fanta-horror – pesca anche Overlord di Julius Avery, con i parà americani Jovan Adepo e Wyatt Russell alle prese con le conseguenze d’un esperimento nazista, così come nel passato recente (il 1990 dei Mondiali) si svolge per Paolo Virzì Notti magiche, con Mauro Lamantia, Irene Vetere e Giovanni Toscano aspiranti sceneggiatori implicati in un delitto (nel cast Giannini, Rocco, Herlitzka, Sassanelli, Roncato, Bonacelli, Muti, Scarpati, Orioli, Marchini, Lespert, Falco…).

Diversamente conflittuali sono poi Tutti lo sanno di Asghar Farhadi (dove riemergono i segreti del contadino Bardem e di Cruz, sposata in Argentina con Darín e tornata in Spagna per le nozze della sorella) e Hunter Killer – Caccia negli abissi di Donovan Marsh (con il capitano di sottomarino Gerard Butler – che interagisce con Gary Oldman e Common – impegnato a sventare un golpe russo).

Infine, qualcosa sull’infanzia. Quella effettiva di Diego Delpiano, che vuol proteggere la mummia rigenerata Michael Smiley in Ötzi e il mistero del tempo di Gabriele Pignotta (con Mastronardi e Marchioni); quella supposta de Il ragazzo più felice del mondo (di e con Gipi), cioè l’ammiratore di fumettisti che da 20 anni si spaccia (via posta) per adolescente; e quella ritardata di Hart ne La scuola serale (di Malcolm D. Lee), obbligato a diplomarsi seguendo le lezioni di Haddish.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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