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Uscite al cinema del 6 dicembre 2018

Opere di “rottura” in questi giorni in sala. Dal documentario all’horror, dalle commedie ai film storici e/o biografici, per intrattenere e far ragionare.

Questa settimana i film in uscita partono da provocazioni. A ciascuno la sua.

La più evidente è quella del bimbo islamico che sfonda una vetrata della scuola elementare che frequenta con La prima pietra che trova nell’omonima commedia di Rolando Ravello interpretata da Guzzanti (il preside), Mascino (la maestra), Aprea e Forte (la coppia di bidelli ferita dalla sassata), Smutniak e Yilmaz (madre e nonna del colpevole), tutti riuniti per stabilire perché è successo e concordare un risarcimento. Pure Nanni Moretti con il suo doc Santiago, Italia lancia una sfida, creando un parallelismo tra due epoche e due Paesi (il Cile e il nostro, che ospitò tanti profughi in fuga dalla dittatura).

Un’altra che non sta a guardare è Keira Knightley alias Colette (così si chiama anche il biopic di Wash Westmoreland), scrittrice d’origine campagnola trasferitasi nella Parigi della Belle Époque sotto l’ala del tronfio marito (Dominic West), che impropriamente firmò i romanzi (di successo) di lei. Un ulteriore passo indietro, fino alla preistoria, ed ecco il giovane Kodi Smit-McPhee, incerto cacciatore che condivide le sorti e la ricerca della strada per ricongiungersi alla tribù con un “nemico”, un lupo malconcio quanto lui, in Alpha – Un’amicizia forte come la vita, diretto da Albert Hughes.

Se Brie Larson ne Il castello di vetro di Destin Daniel Cretton tenta di affrancarsi dagli idealisti e irresponsabili genitori Harrelson e Watts (ancora una vicenda vera), lo scostante allenatore di basket Javier Gutiérrez in Non ci resta che vincere (di Javier Fesser) è costretto – da una condanna – a seguire una squadra di disabili con i quali nasce un bel rapporto umano. Resistono (?) inoltre Crystal Reed e Anastasia Phillips insieme alla madre Mylène Farmer nella lugubre villetta ereditata e presa d’assalto da due malintenzionati nell’horror La casa delle bambole – Ghostland di Pascal Laugier.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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