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Uscite al cinema del 18 ottobre 2018 – Grandi Sche(r)mi

Le uscite al cinema di questa settimana descrivono situazioni insolite. Le coloriture, come sempre, si rivelano varie e numerose.

Circostanze inattese fra le uscite al cinema. Ce n’è per tutti!

Ne Le ereditiere, di Marcelo Martinessi, Ana Brun e Margarita Irun sono due attempate paraguayane benestanti cadute in disgrazia. È chiamato ad agire pure John Cho in Searching (di Aneesh Chaganty): figlia scomparsa, ci sono indizi nel suo pc.

Il dramma si amplifica in The Children Act – Il verdetto di Richard Eyre, con Thompson (sposata con un trascurato Tucci) giudice che non sa se imporre una trasfusione a un adolescente testimone di Geova malato, e nel sequel Soldado, in cui Stefano Sollima, avvalendosi di Del Toro e Brolin, mostra una guerra fra cartelli messicani innescata dall’FBI, mentre con il road movie di Alessandro Capitani In viaggio con Adele si torna a una dimensione familiare (l’attore egoista Haber è ignaro padre della giovane autistica Serraiocco).

Più surreale la scoperta del fornaio Giacomo Ferrara in Guarda in alto (di Fulvio Risuleo): una strana comunità vive sui tetti romani. Le bizzarrie crescono in Piccoli brividi 2 – I fantasmi di Halloween, con Madison Iseman, Jeremy Ray Taylor e Caleel Harris e i mostri sbucati da un libro magico (regia di Ari Sandel), e nello scorretto Pupazzi senza gloria (di Brian Henson), dove la detective McCarthy indaga su un killer di muppets.

Commedia è poi Sogno di una notte di mezza età di e con Daniel Auteuil, invaghito, in barba alla moglie Kiberlain, della neo-compagna (Ugarte) d’un amico (Depardieu). Maggior romanticismo (vintage) per Volfango De Biasi e il suo Nessuno come noi: storia d’amore tra prof universitario coniugato (Preziosi) e anticonformista docente liceale (Felberbaum).

Oltre gli schemi anche L’Ape Maia – Le Olimpiadi di Miele e Fuoricampo, l’uno cartoon (di Noel Cleary e Sergio Delfino) sulle imprese sportive degli insetti per conservare il raccolto, l’altro doc del Collettivo Melkanaa sulle speranze d’una “squadra” di immigrati.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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