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Uscite al cinema del 12 luglio 2018

Regna la diffidenza per i protagonisti delle nuove uscite al cinema. Commedie, bellici, fantastici, per famiglie: c’è il classico imbarazzo della scelta.

Settimana cinematografica tra miracoli e divise. I generi variano.

La prima metà dei titoli è in sala da mercoledì 11. Il digicartoon tedesco Luis e gli alieni, di Christoph e Wolfgang Lauenstein, narra dell’incontro tra il solitario figlio di un ufologo e tre buffi extraterrestri attratti sulla Terra da una televendita. Qualcos’altro di strano succede a Blake Lively nel thriller Chiudi gli occhi (di Marc Forster): cieca dall’infanzia, recupera la vista grazie a un’operazione; l’affettuoso marito Jason Clarke si rivela una persona diversa…

Pure il giovane funzionario dell’ONU Theo James, in Giochi di potere (per la regia di Per Fly) a capo d’un programma umanitario in Iraq, si scontra con la disillusione. Può fidarsi del superiore Ben Kingsley? Nel cast Jacqueline Bisset. Territori pericolosi (l’Afghanistan post-11 settembre) anche per il mini-plotone guidato da Chris Hemsworth (con Michael Shannon e Michael Peña) in 12 Soldiers di Nicolai Fuglsig: vera storia d’un gruppetto di volontari addentratosi in zone insidiose per unirsi a un esercito locale contro i talebani. In uniforme (ma con leggerezza) sono poi Steve Lemme, Eric Stolhanske, Kevin Heffernan, Paul Soter e Jay Chandrasekhar, che inoltre dirige, nel sequel Super Troopers 2: i buffi agenti stavolta assistono a una disputa su un confine tra USA e Canada.

Ulteriori “valichi” per gli ultimi tre film. A Modern Family di Andrew Fleming s’incentra su una coppia gay che lavora in tv (formata da Steve Coogan e Paul Rudd) alle prese con il nipotino fuggiasco di uno dei suoi due componenti, mentre Peggio per me (di e con Riccardo Camilli) parla d’un ultraquarantenne fallito che rientra in contatto con il suo “dodicenne interiore”. L’elemento fantastico prevale nell’ungherese Una luna chiamata Europa (di Kornél Munduczó), dove il migrante Zsombor Jéger, ferito alla frontiera, acquisisce la capacità di volare.

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Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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