Ha avuto il via la 66° edizione del Festival della Canzone Italiana, nella sempre splendida cornice della città ligure di Sanremo. La kermesse canora è da sempre ritenuta una speciale vetrina per le più significative tra le novità della musica italiana, e non solo. Il Festival ama ammantarsi del glamour, rifulgere di super ospiti e ,sopratutto, prestarsi a creare dibattiti, controversie, polemiche ed emozioni, il tutto in euro visione.
In questi primi mesi del 2016 nelle aule della Camera e del Senato molto si è discusso e litigato in merito alla legge Cirinnà (dal nome della sua redattrice, la senatrice Monica Cirinnà); il testo di legge nella sua prima parte affronta il tema delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Con il termine unione civile si indicherebbe l’istituto, diverso dal matrimonio, comportante però il riconoscimento giuridico, organico e complessivo, della coppia di fatto e dunque finalizzato a stabilirne diritti e doveri. Le coppie composte da persone dello stesso sesso, saranno qualificate come “specifiche formazioni sociali” e potranno costituire un’unione civile con una dichiarazione dinanzi all’Ufficiale di Stato Civile, in presenza di due testimoni. L’unione civile avvertita come inopportuna, per le frange più risolutamente conservatrici della politica nostrana, non suscita però tanto astio e discordia quanto invece il “famigerato” articolo 5 nel quale si parla di Stepchild adoption, ovvero l’estensione della responsabilità genitoriale sul figlio del partner (l’adozione cosiddetta “non legittimante”) per le coppie dello stesso sesso. Nel progetto di legge resta, tuttavia, esclusa l’applicabilità dell’adozione legittimante (per le coppie dello stesso sesso non sarà possibile, dunque, adottare bambini che non siano già figli dell’altro o altra componente della coppia). Si legifera, pertanto, della vita e dei sentimenti di tanti italiani cercando, tra non poche reticenze e infiniti ostacoli di svariata natura, di plasmare per loro un nuovo ordine sociale, civile e perché no anche morale.
Al Festival di Sanremo la “Querelle“Cirinnà, com’era prevedibile, non è passata sotto silenzio. In tanti, tra Big in gara, giovani proposte e ospiti sono saliti sul palcoscenico del teatro ARISTON portando un simbolo o diffondendo un messaggio – si badi bene, sempre discreti e dai toni universali- in sostegno della legge Cirinnà. Un fascio di nastri dai 7 colori dell’arcobaleno (chiaro riferimento alla bandiera arcobaleno della pace e dei diritti civili ndr) ha fatto la sua comparsa, già dalla prima serata, sull’asta del microfono durante le esibizioni di Noemi e di Irene Fornaciari. Pro Unioni Civili, con il medesimo nastro tra le mani, Arisa poi Dolcenera, che nella serata delle cover, ne ha portato sulla scena una versione in stile nastro da ginnastica artistica.
La talentuosa Francesca Michielin ne ha riadattato l’idea in uno stilosissimo braccialetto multicolore a frange che ha indossato stoicamente fino all’ultima serata (al termine della quale si è aggiudicata un meritato II posto ndr). La mitica Patty Pravo ha preferito, invece, sfoggiare al polso un fine monile in chiave rainbow.
Annalisa, dal canto suo, a optato per dipingere i colori della bandiera arcobaleno sulla mano sinistra. Una piccola bandiera arcobaleno adesiva ha illuminato il classico look total black di Deborah Iurato , mentre duettava con l’avvenente cantautore siciliano Giovanni Caccamo, che recava sul dito medio della mano destra un anello di nastri multicolore.
Il sostegno alle Unioni Civili è giunto, primo tra tutti gli uomini del Festival, da parte di Enrico Ruggeri con la cascata di nastri multicolor giù dall’asta del microfono. Valerio Scanu, in versione dandy, ha posto i nastri arcobaleno nel taschino della giacca seguito a ruota, la quarta sera, da Lorenzo Fragola che nel taschino a recato un bel fazzoletto raimbow.
Il rapper Clementino, nella serata delle cover, ha sfoggiato una bandiera arcobaleno adesiva applicata al suo cappello trilby. Nastri multicolor si sono intravisti sui baveri e nei taschini delle giacche di Andy e Sergio Carnevale -rispettivamente sassofonista e batterista- dei Bluvertigo, e sventolati in forma di piccolo portachiavi tra le mani del frizzante Rocco Hunt.
A sostenere la legge Cirinnà, tra le nuove proposte in gara, due ragazzi: Francesco Gabbani, che ha recato sempre il fascio di nastri arcobaleno agganciato in bella vista alla cintura, ed Ermal Meta, che si è fatto truccare una bandiera arcobaleno sul viso, all’altezza degli occhi.
I super ospiti del Festival non si sono tirati indietro nel dire la loro: la dolce Laura Pausini (intervenuta alla prima serata) ha affidato la sua personale opinione ad una frase incisiva, che suona come una massima: “Se siamo simili, siamo tutti uguali e dobbiamo proteggerci, non dividerci”. Il genio della musica Inglese Sir. Elton John (sposato con David Furnish dal 2014 e padre con lui di due bambini, nati da madre surrogata ndr) alla domanda del conduttore Carlo Conti “avresti mai creduto, da ragazzo, che la vita potesse riservarti tanta felicità e soddisfazioni?” ha risposto senza scomporsi “Oggi mi diverto molto, non avrei mai pensato di diventare Papà e di avere la vita che ho avuto… e questo, davvero, è stata una cosa molto positiva”.
La splendente attrice hollywoodiana Nicole Kidman (ospite della seconda serata) si è ritrovata ad asserire, senza colpo ferire, che per le figlie e per se stessa desidera “l’amore… perché è la cosa più grande che possiamo desiderare e volere; dare e ricevere amore”. Il focoso Eros Ramazzotti, esibitosi con il fascio di nastri arcobaleno in mano si è, senza paura, lanciato in una chiara e semplice dichiarazione “la famiglia è fondamentale; qualsiasi essa sia… è fondamentale”.
L’evanescente Elisa (ospite della quarta serata) ha indossato un vistoso braccialetto a nastri raimbow nel polso della mano sinistra. Braccialetti e nastri multicolor hanno colorato e ornato anche gli strumenti musicali e i polsi dei cinque carismatici componenti dei Pooh.
Frange arcobaleno hanno decorato con disinvoltura le giacche dall’aitante attore Alessandro Gassman e del vivace comico Rocco Papaleo (ospiti della quarta serata). Braccialetti a cordoncino arcobaleno sono spiccati al polso dell’attore e comico Leonardo Pieraccioni e del noto video blogger italiano Guglielmo Scilla (ospiti della quinta serata). Il seducente cantautore irlandese Hozier, super ospite alla terza serata del Festival, si è esibito nella sua hit ““Take Me To Church” autentico simbolo della lotta all’omofobia. Sulla sua aggressiva chitarra nera scintillava un grande adesivo dalla forma di cuore, ovviamente nei 7 colori dell’arcobaleno.
Cristina D’Avena, l’idolo d’oro di tanti bambini e adulti, non è stata da meno e ha posto un bel boquet di nastri raimbow ben in vista sul microfono.
Durante l’ultima serata il sublime ballerino scaligero, nonché Etoile internazionale, Roberto Bolle ha risolutamente glissato sul tema legge Cirinnà con le parole. (Verve rettifica: un piccolo bracciale arcobaleno è stato indossato da Bolle durante il suo assolo contemporaneo, ma il bianco accecante di luci, costume e della di lui pelle unita all’estasi del vederlo danzare hanno creato un effetto camouflage che lo rendeva praticamente quasi invisibile). Da sempre reticente a mettere in luce opinioni e considerazioni personali che esulino dal mondo dell’arte, l’elegantissimo danzatore è stato tacciato sul web di scarsa sincerità. Tuttavia l’intervento della super Virginia Raffaele con il suo invito a danzare insieme “La notte vola“, storico brano dance della Cuccarini, ha finito per dissipare la pacata sobrietà di Bolle, strappargli un autentico sorriso e coinvolgerlo- letteralmente- in un siparietto in odor di coming-out.
Laconico, oltre ogni dire, il commento sul concetto di famiglia di Renato Zero, che tra l’altro non ha esibito alcun simbolo che potesse richiamare alla mente il tema legge Cirinnà. Zero, grande artista della canzone italiana, con il trasformismo l’ambiguità e il travestitismo di genere ha sempre giocato e interagito con grande libertà scioltezza e arguzia; questo suo non lasciare intendere il filo logico dei suoi pensieri ha irritato i più, e il suo commentare la vita nei termini di una anziana maestra d’economia domestica ha lasciato interdetti davvero tutti.
Nella giuria demoscopica arcobaleni di gale e foulard si sono visti indosso a Valentina Correani e Nicoletta Mantovani. Anche il co-conduttore e le vallette non si sono tirati indietro: il bellissimo Gabriel Garko ha indossato con baldanza un paio di occhiali da vista dalla montatura multicolor, la fulgida Madalina Ghenea ha esibito durante la quarta serata una lunga coccarda di nastri raimbow al polso sinistro.
La geniale e meravigliosa attrice e imitatrice Virginia Raffaele (durante l’ultima serata, finalmente libera dai personaggi delle sue imitazioni) è apparsa al pubblico inguainata in un sexy abito nero, con spacco vertiginoso e dalla foggia orientale guarnito da bottoni dei 7 colori -sfumature comprese- dell’arcobaleno. Il sempreverde e paterno maestro d’orchestra Beppe Vessicchio ha strizzato l’occhio all’argomento unioni civili sistemando, in bella vista sulla camicia candida d’ordinanza, un bel papillon multicolor.
E mentre la Kermesse canora si chiudeva insignendo del Primo Premio gli STADIO con la canzone “Un giorno mi dirai“, nel vuoto totale di una loro benché minima adesione alla causa sulle unioni Civili, risplendevano prepotenti negli occhi di tutti gli Elio e le Storie Tese della prima serata, con un look rosa confetto by Salvatore Ferragamo, scanzonati eppure brillanti intenti a cantare la strofa della loro song “Vincere l’odio”: “Femminiello che vivi a Napoli, coi problemi presenti a Napoli/femminiello di una metropoli sul mare chiaro/femminiello ma quanti ostacoli/nel tuo cuore disperso a Napoli”.
La nazione vorrebbe essere pronta a questo passo di civiltà perché, come ricordato da quell’esempio di sensibilità, genio e umanità che è il maestro EZIO BOSSO: “La musica, come la vita, si può fare in un modo solo: insieme”.