I registi Ricci/Forte, duo controverso e ardimentoso del teatro avanguardista europeo, creano per il teatro Biondo di Palermo la loro versione del Troilo e Cressida di Shakespeare. La tragedia del Bardo, nelle loro laboriose mani, muta in Troilo vs Cressida e si lancia in una carambola sfrenata di complementi e forme semiologiche, intrappolando l’attenzione nel più caotico spiazzamento
Recensire il Troilo vs Cressida dei registi Ricci/Forte non è cosa semplice, anzi è decisamente un arduo lavoro. Assistendo a quest’ultima fatica dei due registi e drammaturghi non si resta turbati, nè tanto meno folgorati come accadeva in alcuni pregevoli lavori precedenti quali Grimmless e Still Life.
Troilo vs Cressida si avverte quale forma informe d’un componimento a collage. Qualcosa che, volutamente, rifugge a concetti di stile e continuità. Il riadattamento di un testo classico nel quale si va ad annidare un’alterità sfuggente, sferzata da poderosi complementi d’effetto. Ne risulta uno spettacolo frastagliato e cervellotico. Materia che non rapisce nè coinvolge, se non in certi tratti specifici.
Il titolo Troilo vs Cressida, suona pop ravvisando un’assonanza inversamente proporzionale al Romeo+Giulietta cinematografico di Baz Luhrmann. Un’idea sicuramente non voluta nè cercata, ma calzante nell’economia dell’intero spettacolo. Echi di Emma Dante risuonano nell’antro del testo allorquando esso necessita di una materializzazione fisica e poetica. Le peculiarità dei Ricci/Forte sono presenti sulla scena in gocce, ma si presentano come imbastardite, non splendono e si rendono enigmatiche.
Troilo e Cressida compiono la loro vita scenica nell’atmosfera greve e corrotta dell’orgoglio e della vanagloria. Il loro sentiero d’amore si dissolve miseramente nella fisicità spicciola, nell’istinto e nell’immaturità. E’ la vacuità umana, altera turpe e timorosa, che sfocia in un pallido vuoto. In termini miseri, la sconfitta del genere umano! Restano le statue di gesso, simulacri freddi degli esseri umani, in posa ad asciugare e solidificare in una fornace.
Nella densità dei termini semiologici, linguistici fisici coreografici ed organici, dispersi in questo Troilo vs Cressida lo spettatore rischia di smarrirsi. La comprensione ne esce compromessa, annebbiata.
Ad esibirsi sul palcoscenico tre attori della Compagnia Ricci/Forte: Anna Gualdo, Giuseppe Sartori e Piersten Leirom. Ottima, per intensità e partecipazione, la performance della Gualdo. Brillante e sfrigolante Piersten Leirom. Fioco e privo di incisività Giuseppe Sartori.
Ad affiancarli 12 tra gli allievi attori, appena diplomati, della “Scuola dei Mestieri dello Spettacolo” del Teatro Biondo: Sara Calvario, Toty Cannova, Bruno Di Chiara, Marta Franceschelli, Salvatore Galati, Alessandro Ienzi, Francesca Laviosa, Nunzia Lo Presti, Alessandra Pace, Lorenzo Randazzo, Simona Sciarabba, Claudio Zappalà. Una cernita vincente di 12 tra le migliori personalità d’artista prodotte negli ultimi tre anni dalla Dante. 12 eccellenze nascenti, senza esclusione alcuna.
Lo spettacolo replicherà, presso la sala grande del Teatro Biondo di Palermo, ancora:
martedì 9 maggio 2017, ore 21.00
mercoledì 10 maggio 2017, ore 17.30
giovedì 11 maggio 2017, ore 17.30
venerdì 12 maggio 2017, ore 21.00
sabato 13 maggio 2017, ore 21.00
domenica 14 maggio 2017, ore 17.30
Fotografie di Rosellina Garbo.