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The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains

Si chiuderà il 1° di luglio l’epocale retrospettiva messa in piedi per celebrare i 50 anni dalla nascita dei Pink Floyd, definiti a ragione uno dei più importanti fenomeni musicali contemporanei.

In esclusiva Italiana sarà visionabile solo al MACRO, il museo di arte contemporanea della Capitale. La mostra è ideata da Storm Thorgerson fotografo e designer britannico, fu lui a tradurre in immagini surrealiste e rivoluzionarie il pensiero della band.

Chi non conosce i Pink Floyd? È davvero difficile trovare qualcuno che alzi la mano. Ma al contrario di altri giganti della musica contemporanea, la loro complessità è sicuramente superiore alla media, per cui non è facile inquadrarli e delinearne i tratti. Ci è voluta un’intera mostra a loro dedicata per capire meglio cosa è stato il mondo dei Pink Floyd.

Nascono nel 1965 dall’unione del chitarrista Syd Barret, del bassista Roger waters, dal batterista Nicholas Mason e dal tastierista Rick Wright dedicandosi inizialmente allo stile psichedelico. Proprio Barret fu il motore di questi anni, salvo poi spegnersi velocemente a causa delle droghe e di una qualche forma di malattia mentale (alcuni dicono che sia stata di Asperger).  Per cui alla fine degli anni ’60 il suo amico David Gilmour lo sostituì completamente.

La figura di Syd Barret aleggiò a lungo sul gruppo tanto che a lui furono dedicati molti brani tra cui Whish You Were Here e Shine On You Crazy Diamond, insieme a riferimenti audiovisivi presenti negli album The Wall e The Dark Side Of The Moon.

Era il 1975 quando durante la registrazione di Shine on you crazy diamond apparve un individuo sovrappeso e calvo con una busta della spesa in mano che si sedette lì vicino. I membri della band non lo riconobbero, era Barret che nel frattempo con la stessa carica di mistero che sempre lo avvolse era andato via. Forse l’eco della dedica era arrivata dal substrato dell’inconscio del “diamante pazzo”. I Floyd  scoppiarono a piangere, ma non si rincontreranno più.

 – Ho qualcosa che non va nella testa. E, comunque, non sono nulla di ciò che pensate io sia.

Syd Barret

The Pink Floyd Exhibition: Their Mortal Remains è un universo audiovisivo immersivo realizzato per comprendere il messaggio della band, che ha usato ogni mezzo per a disposizoine per esprimersi.

Testi di denuncia, di filosofia , di critica sociale. Non canzoni , ma composizioni multistrato dove irrompono suoni di tutti i giorni, sinth, battiti cardiaci, urli; l’intero album è un dialogo con l’ascoltatore che richiede attenzione a va seguito dall’inizio alla fine. Concept album quali The Wall , Wish you were here e The Dark side of the moon sono senza dubbio delle pietre miliari della musica.

La mostra si snoda secondo un percorso cronologico che arriva fino ai giorni nostri. Oltre 300 oggetti, manifesti, foto di bakstage, le straordinarie scenografie di The Wall lasciano sbalorditi anche chi non conosce a fondo i Pink Floyd. Per i fan, invece consigliamo di prendersi almeno un giorno di ferie.
L’audioguida intelligente sussurra all’orecchio dell’ascoltatore anche prendendo in prestito le stesse voci dei protagonisti, mentre ci si sposta tra le sale piene di mixer costruiti ad hoc per i loro concerti ci si imbatte in una postazione dove poter controllare quali canali alterare della canzone che viene riprodotta in cuffia. Si può così per esempio isolare il suono del registratore di cassa di Money. L’effetto viene percepito da tutti i membri della sala.

L’ultima sala è un’immersione 3D con decine di diffusori per simulare il più possibile le sensazioni del Live 8 del 2005 dove suonarono Comfortably Numb, un brano che fa scorrere sempre un brivido lungo la schiena per la profondità del testo.

Molto del loro successo per immagini è dovuto al visionario Storm Thorgerson ideatore della mostra. È stato un fotografo e designer britannico surrealistico e visionario, sua sono tante copertine dei Pink tra cui il celeberrimo prisma di The dark side of the moon.

The Pink Floyd Exhibition è presentata da Michael Cohl di Concert Productions International B.V, Mondo Mostre e Live Nation.

La mostra è curata dal direttore creativo dei Pink Floyd Aubrey “Po” Powell (della partnership di design Hipgnosis) e Paula Webb Stainton, che ha lavorato a stretto contatto con i membri dei Pink Floyd tra cui Nick Mason (Exhibition Consultant per Pink Floyd), con l’ulteriore collaborazione di Victoria Broackes, curatrice del V&A di Londra.

Vi è anche una collaborazione con i designer Stufish, i maggiori architetti di intrattenimento e collaboratori di lunga data della band, oltre ai rinomati exhibition designers Real Studios.

«The Pink Floyd Exhibition. Their Mortal Remains», Roma, Macro, Museo d’arte contemporanea, curata da Aubrey ’Po’ Powell e Paula Webb Stainton, dal 19 gennaio al 1 luglio 2018

Ulteriori informazioni sul sito della mostra

vervemagazine

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