Una tartaruga Caretta depone le sue uova sulla spiaggia di Alcamo Marina in una calda serata di giugno, tra hotel e locali della movida ancora chiusi.
Sono pressapoco 100 le uova deposte, in una notte di fine giugno sulla spiaggia detta “la battigia“ ad Alcamo Marina (Tp), da una tartaruga Caretta.
L’estate 2020 non sarà caratterizzata, diretta causa Covid19, da grandi eventi civili e culturali ma da elettrizzanti e magnifiche, quanto rare, contingenze faunistiche. Gli animali si prospettano i veri protagonisti di questa bella stagione, in tutto dissimile dalle precedenti.
La tartaruga Caretta, ha deposto le sue uova sulla spiaggia della movida e del divertimento marittimo alcamese, la fresca serata del 20 giugno. Testimoni privilegiati dell’accaduto, per gli scienziati di difficile (se non impossibile) previsione, alcuni ragazzini che trascorrevano la serata sulle panchine vista mare.
“Questi giovanissimi, salvo scattare qualche foto, hanno mostrato, invero, grande senso di responsabilità e spiccata sensibilità. Evitando di disturbare o spaventare la Caretta, sorta nella notte dalle acque per compiere la sua deposizione. Si son affrettati ad avvertire i genitori e gli organi di vigilanza preposti.” Così racconta il geologo, ed ex storico attivista del WWF, Girolamo Culmone.
E continua: “hanno avvertito anche me, in quanto mi sono occupato di tartarughe marine negli ultimi 25 anni, per quasi tutta la Sicilia occidentale. Giunti in loco, la notte stessa, abbiamo individuato il nido sotto la sabbia seguendo le tracce della madre (un esemplare di circa 50 cm) che intanto aveva ripreso il largo. La mattina, a seguito di uno scavo di verifica effettuato da personale autorizzato del Ministero dell’Ambiente, sono state poste nell’immediato delle transenne. L’indomani è stata recintata l’area di deposizione.”
Quando gli chiediamo della schiusa, risponde che il nido resterà in queste condizioni per circa 60 giorni. “Viene monitorato, attualmente, con l’ausilio di webcam. La nascita dei piccoli si attende per la metà d’Agosto, e per tutto codesto periodo è già previsto un piantonamento del nido h24 da parte dei volontari del WWF.”
“Per agevolare e garantire ai piccoli, dal momento della nascita, il raggiungimento delle acque è altresì prevista una bardatura di teli al di sopra del nido, alle spalle e lungo il corridoio d’arenile verso il mare. Onde ottenebrare eventuali luci ed ovattare i rumori di case e locali che potrebbero distrarli. Devono avere dinnanzi solo il fulgore della luna o degli astri sull’incresparsi delle onde. È il momento più delicato e difficile della loro vita“.
Il primo nido di tartaruga Caretta nell’aria Tirrenica è stato segnalato nel 2007 a Valderice, nota anche la deposizione a Mondello del 2013 la notte del festino di Santa Rosalia con la schiusa avvenuta in settembre. Qualche altra deposizione, in passato, è stata segnalata a Cefalù.
“Il golfo è comunque frequentato dalle Tartarughe Caretta” – afferma il geologo. “Sarebbe provato da alcuni avvistamenti nonché, purtroppo, dal ritrovamento di qualche carcassa. Questo è un indicatore indiretto di una generale buona qualità delle acque. Il golfo di Castellammare si salva da inquinamenti pesanti perché non interessato dalla massiccia industrializzazione che ha invece investito e deturpato altri territori“. E aggiunge: “è il primo nido nel golfo di Castellammare, per questa ragione non ci sono dati di riferimento”.
Chiediamo dunque se è vero che le tartarughe tornano a deporre le uova nell’esatto luogo ove sono nate, dopo quarant’anni. “Così vuole la scienza raggiunta per l’appunto, dopo i trentacinque anni circa, la maturità sessuale” – risponde Culmone.
Si inserisce all’uopo la dottoressa Manuela Dara, ecologa marina dell’associazione Thàlia Aps.
“La caratteristica più sorprendente delle tartarughe marine – spiega la Dara -, ovvero quella di ritornare nei luoghi dove sono nate, di orientarsi dunque, sarebbe attribuibile alla capacità eccezionale di percepire il campo geo-magnetico terreste. E questo nonostante l’aumento delle temperature marine, dovute ai cambiamenti climatici, spingano verso acque settentrionali fauna ed organismi da sempre protagonisti delle acque meridionali. Negli ultimi anni sono stati documentati casi di deposizione delle uova di tartaruga Caretta in zone inusitate come la Toscana e l’alto Lazio”.
Il sesso della tartaruga Caretta è determinato dalla temperatura delle sabbie ove l’uovo è stato depositato. Se oltre i 29° i nascituri saranno femmine, se al di sotto di tale soglia saranno maschi. Restano però un mistero per i ricercatori, dopo la schiusa, i primi anni di vita delle neonate tartarughe. Esse, non avendo il nuoto attivo abbastanza sviluppato, trascinate dalle correnti, dispaiono. Non si sa realmente cosa avvenga di loro.
L’ecologa conclude: “purtroppo questi splendidi esemplari hanno un tasso di sopravvivenza molto basso. Uno su mille ce la fa, la nota canzone di Morandi sembra scritta apposta per loro, poiché non tutte le tartarughe riescono a raggiungere l’età della riproduzione. Una volta superati però i mille pericoli del mare e divenute adulte sono molto longeve. Mi auguro che tutte e 100 sopravvivano e prolifichino“.
Infine ci danno l’ennesima buona nuova. A Trappeto c’è stata un’altra nidificazione, ad una settimana di distanza da quella alcamese. La madre è una tartaruga Caretta ma di dimensioni più grandi, intorno ai 70 cm, probabilmente più adulta. Nuove uova, nuova vita per i nostri mari.