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Settimana cinematografica – Uscite del 21 novembre 2019

Settimana cinematografica colma di idealisti. Se i loro principi (o i loro bisogni) sono buoni o meno sta a noi spettatori stabilirlo. In sala, ovviamente.

I nuovi film in arrivo anelano a mete complicate. Ognuno con stile diverso.

Partiamo dal post-apocalittico Light of My Life di e con Casey Affleck (in scena con la giovane Anna Pniowsky). In un mondo inselvatichito in cui un’epidemia ha decimato la popolazione (soprattutto femminile), un padre educa e protegge la figlioletta, camuffandola da ragazzo. Si parla di formazione anche nel cartoon digitale di Árni Ólafur Ásgeirsson Ploi, dal nome d’un piccolo piviere che a causa di un trauma ancora non vola.

La memoria condizionerà persino Catherine Deneuve, che in Tutti i ricordi di Claire (di Julie Bertuccelli), convinta di vivere il suo giorno finale, sotto gli occhi increduli della figlia Chiara Mastroianni svende gli oggetti che ha in casa, legati al passato. Andiamo ulteriormente indietro (la trama prende il via nel 1895) con L’ufficiale e la spia di Roman Polanski (con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Grégory Gadebois…), che affronta lo spinoso e seminale affaire Dreyfus: la condanna all’esilio di un capitano dell’esercito francese accusato d’essere un informatore, faccenda sulla quale indaga il commilitone Picquart.

Grandi scontri? Se ne tratta pure in Aspromonte – La terra degli ultimi, dove Mimmo Calopresti illustra l’arretratezza d’un isolato paesino calabrese negli anni ’50, quando arriva una maestra del nord progressista (Valeria Bruni Tedeschi) e gli abitanti costruiscono una strada; ma al brigante Sergio Rubini non sta bene. Nel cast Marcello Fonte, Francesco Colella, Marco Leonardi. E il terzo capitolo di Giulio Manfredonia Cetto c’è senzadubbiamente ribadisce l’idea (rovesciata) di sfida: il personaggio di Antonio Albanese vuol restaurare la monarchia! Invece il proposito della protagonista di Countdown (di Justin Dec), Elizabeth Lail, è sopravvivere: ha scaricato un’APP (demoniaca?) che le rivela il momento (imminente) della sua morte.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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