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Settimana al cinema: le uscite del 21 giugno 2018

Grande varietà (anche nella provenienza) per questa fitta settimana al cinema. E il mare, nel bene o nel male, è fra i protagonisti.

Settimana che trabocca di film. D’ogni tipo, peraltro.

Tre titoli “acquatici”: il fantascientifico Noi siamo la marea di Sebastian Hilger, il cartoon Big Fish & Begonia di Liang Xuan e Zhang Chun e il doc Sea Sorrow – Il dolore del mare, debutto di Vanessa Redgrave. Nel primo Max Mauff e Lana Cooper sono ricercatori che correlano il ritiro dell’oceano alla sparizione dei bambini; nel secondo una creatura sottomarina s’infatua d’un pescatore; il terzo riguarda il drammatico fenomeno degli sbarchi. Niente finzione anche ne Gli ultimi butteri di Walter Bencini, sulle resistenti tradizioni dei cowboys nostrani.

Implicito bisogno d’avventura? Eccone tre declinazioni diverse: Una vita spericolata di Marco Ponti, su due amici (Richelmy e Franceschini) che involontariamente rapinano una banca e sequestrano una ragazza (De Angelis); Dei di Cosimo Terlizzi, nel quale il giovane Luigi Catani ha l’impulso di fuggire dalla campagna; The Escape di Dominic Savage, in cui Gemma Arterton è una moglie (di Dominic Cooper) incompresa che necessita d’una pausa.

Di famiglia parlano pure il drammatico L’affido – Una storia di violenza e il lieve Toglimi un dubbio. L’uno (diretto da Xavier Legrand) vede Denis Ménochet in competizione con l’ex-consorte Léa Drucker per la custodia del figlio Thomas Gioria; l’altro (per la regia di Carine Tardieu) segue François Damiens, che scopre di essere stato adottato e s’invaghisce di Cécile de France.

Sentimentale – ma fintamente – è poi Sposami, stupido! di e con Tarek Boudali, che per non essere espulso convola a nozze con il complice vicino Philippe Lacheau. Una buona amicizia servirebbe inoltre a Eili Harboe alias Thelma (studentessa dotata di poteri paranormali) nell’omonimo lavoro di Joachim Trier. Qualcosa di strano avviene perfino in Obbligo o verità, horror (di Jeff Wadlow con Lucy Hale) dove chi mente o rifiuta le penitenze fa una brutta fine.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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