Al Teatro Ghione, fino al 19 marzo, pazzia, sessualità, morte ed analisi sociale
Il meta-teatro Pirandelliano non smette di stupire per la modernità dei temi trattati. Con Carlo Valli attore e doppiatore straordinario
“Manicomio! Manicomio!” questo gridarono gli spettatori alla prima nel 1921 proprio a Roma. Pirandello dovette scappare dai lanci di monetine di protesta. Salvo poi avere un successo clamoroso a Milano, consacrando l’autore come genio del teatro mondiale.
Atmosfere dark, musiche da film di Dario Argento, apparizioni a dir poco sataniche, luci che feriscono gli occhi dello spettatore, invasioni di corridoi da parte degli attori.
Il pubblico rimane davvero coinvolto e col fiato sospeso, come fosse un thriller. Tutto questo al Teatro Ghione di Roma.
La quarta parete, che divide lo spettatore dalla finzione, viene disintegrata mettendo in dubbio ogni convinzione che si ha del teatro classico.
Realtà e finzione si scambiano più volte di ruolo, come lo stesso Pirandello crede succeda nella nostra vita. Per perorare tutto ciò anche la divisione in atti viene meno, rimangono solo due cali di sipario, chiamati per errore dal capocomico.
È uno spettacolo di paradossi.
Durante le prove per la messa in scena di un’altra opera di Pirandello, il “Giuoco delle parti”, irrompono in scena 6 figure. Si proclamano essere dei personaggi partoriti dalla mente di un autore che però non li ha voluti trascrivere all’interno di un testo. Quindi sono in cerca di un altro autore.
Questi personaggi sono il Padre, la Madre, il Figlio, la Figliastra, il Giovinetto e la Bambina. Il padre riesce a convincere il Capocomico a rappresentare il dramma dei Personaggi.
Il Capocomico pensa di rappresentarli attraverso i propri attori ma, non essendo credibili, i personaggi vogliono rappresentare sé stessi, senza interpreti ad interporsi.
Ed ecco un altro paradosso: gli attori diventano spettatori. Eros e Thanatos, argomenti centrali nell’opera, sono pulsioni che animeranno i personaggi fino alle conseguenze estreme.
Si riconosce subito la straordinaria voce di Carlo Valli (il Padre) doppiatore cinematografico di Robin Williams.
Il cinico capocomico è rappresentato da Martino Duane, che irrompe più volte fuori dalla finzione rappresentata.
Fantastica è anche Selene Gandini (la Figliastra), che gioca sulla vena della sessualità e della pazzia che corre lungo tutta l’opera. Il suo personaggio somiglia vagamente ad Harley Quinn dei fumetti DC Comics.
Nella concezione pirandelliana solo il “personaggio” ha un’identità provata, dal momento che non può essere altro che materializzazione della fantasia dell’autore. L’uomo, invece, immerso nel caos delle relazioni interpersonali, false ed illusorie, è soggetto inconsistente. E’ alienato, ed esiste solo per il ruolo sociale che ricopre agli occhi degli altri.
L’uomo ha una sua identità anagrafica.
In realtà si trova ad essere “Uno, nessuno e centomila”, come afferma il Padre rivolgendosi al Capocomico: « Il dramma per me è tutto qui, signore: nella coscienza che ho, che ciascuno di noi-veda-si crede “uno” ma non è vero. E’ “tanti”, signore, “tanti”, secondo tutte le possibilità d’essere che sono in noi: “uno” con questo, “uno” con quello, diversissimi!
E con l’illusione, intanto, d’essere sempre “uno per tutti”, e sempre “quest’uno” che ci crediamo in ogni nostro atto.»
Insomma, un’opera cardine che ha destrutturato il teatro per farci comprendere che i meccanismi che lo muovono sono presenti anche nella nostra vita di tutti i giorni.
Adattamento e regia di Daniele Salvo
Con Carlo Valli, Marta Nuti, Selene Gandini, Alberto Mariotti, Giorgia Ferrara.
Barbara Begala, Martino Duane, Giuseppe Rispoli, Maria Chiara Centorami.
Roberto Mantovani, Germana Di Marino, Francesco Iaia, Alessandro Gorgoni.
Dal 24 febbraio al 19 marzo
Teatro Ghione
via delle Fornaci 37, 00165 Roma
tel. 06 6372294 – 06 39670340, fax 06 39367910 – info@teatroghione.it
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Orari spettacoli: dal martedì al sabato, ore 21.00 domenica ore 17.00 lunedì riposo
Tutta la programmazione sarà accessibile anche a spettatori non vedenti e sordi che, grazie al Teatro Ghione, possono da alcuni anni, vivere l’esperienza del teatro.