Con “La vita che si ama” Roberto Vecchioni commuove Roma. Prosegue il tour teatrale dell’artista, arricchito dal nuovo lavoro discografico “Canzoni per i figli”. La tappa romana si è svolta all’auditorium Parco della Musica
Come Roberto Vecchioni stesso ci rivela, “La vita che si ama” corre sul filo conduttore degli affetti personali. Il suo ruolo di padre e di marito ha segnato profondamente la sua produzione cantautorale e qui raccoglie alcune delle conclusioni maturate negli anni in merito alla propria vita personale.
L’ intento è raccontare, attraverso “pacchetti di musica e parole”, i dolori dimenticati e la felicità febbrile che ci si dovrebbe sempre portare addosso.
Questa volta non trova spazio l’universo mitico e letterario del Professore come siamo abituati a ricordarlo. Sul palco è accompagnato dalla “band storica”, costituita da Lucio Fabbri (pianoforte e violino), Massimo Germini (chitarra acustica), Marco Mangelli (basso) e Roberto Gualdi (batteria).
Roberto Vecchioni inizia con “Quest’Uomo” ed “El bandolero stanco”.
Gli applausi sono dirompenti. Intervalla canzoni a brevi monologhi, in uno dei più intensi immagina un dialogo con Dio/destino:
“Tu pensi di farmi tutta questa paura? Io gioco a carte fino allo sfinimento e ridò le carte fino allo sfinimento. E non credere di chiudere facendo vincere ogni tanto me, perché io non voglio la mano, voglio tutta la partita. E tu credi di farmi paura con la morte? Io me ne impippo della fine, e anche dei brillantini che spargi ogni tanto per farmi chinare. Non mi inchino a prendere quei brillantini. Io la felicità la voglio addosso come una febbre continua, come una mareggiata che porta odori e profumi, ma porta anche rifiuti. Io voglio anche tutti i rifiuti. Ma per carità, che in fondo ci sia un’immagine di una donna bellissima che mi mandi da lontano la vena di un bacio. Eccola la felicità”
Canzoni come “Figlio figlio figlio”, in cui analizza il rapporto padre/figlio, poi scherzando sul fatto che “anche di padre ce n’è uno e certe volte è pure di troppo”. O “Canzone Da Lontano” composta quando per lavoro non poteva vedere i figli, sono solo alcune delle canzoni dedicate a loro. E poi le commoventi “Dentro gli occhi”, “Le rose blu” e tante tante altre, per poi concludere con “Samarcanda” e “Luci a San Siro”, quest’ultima composta in un momento di tristezza assoluta per un amore infranto.
Ma è lo stesso Roberto Vecchioni a dire di esserne contento perché
“la felicità fa il giro, magari largo, ma poi torna”.
Altre date del tour
Giovedì 20 aprile, Lamezia Terme – Teatro Grandinetti
Mercoledì 26 aprile, Vicenza – Teatro Comunale
Sabato 27 maggio, Genova – Teatro Carlo Felice