In Saw – Legacy torna il serial killer della più sanguinosa saga horror degli ultimi anni. Per l’occasione dietro la macchina da presa c’è una coppia di esperti.
Jigsaw, USA, 2017 – di Peter Spierig, Michael Spierig con Matt Passmore, Callum Keith Rennie, Hannah Emily Anderson, Clé Bennett, Laura Vandervoort, Mandela Van Peebles, Paul Braunstein, Brittany Allen
Ci volevano i gemelli teutonici Spierig, fattisi notare con Undead e in seguito responsabili degli intriganti Daybreakers – L’ultimo vampiro e Predestination, per riesumare – non usiamo il termine a caso – la saga di Jigsaw (che poi qui è il titolo originale), assassino-giustiziere seriale (ancora Tobin Bell, deus ex machina “taroccato”) che non smette di seminare agghiaccianti trappole e solerti emuli nemmeno dopo la sua morte (avvenuta già nel terzo “episodio”, datato 2006)?
Considerando che parliamo di una serie gore passata di mano in mano (ma il regista e il protagonista del primo film, James Wan e Leigh Whannell, non hanno mai smesso di produrla) e che il settimo capitolo risale al 2010 (fino ad allora la cadenza era annua!), in effetti per un ritorno così azzardato occorreva un nome affidabile. E i fratelloni, pur adattandosi alle cruente atmosfere già note ai fans, ci mettono lena nell’inscenare l’ennesima “tortura a tappe” che coinvolge cinque malcapitati (fra loro c’è Mandela Van Peebles, uno dei tanti figli del cineasta Mario) con colpe pregresse obbligati a partecipare ai macabri enigmi proposti dal solito misterioso carceriere.
La recitazione, in generale, è sotto il livello di guardia; il vero motivo d’interesse risiede nello script di Pete Goldfinger e Josh Stolberg che, sebbene incappi in qualche errore, propone una narrazione (sulla quale per correttezza diciamo poco) su due piani – il gioco (al massacro) e le indagini – sfalsati. È un espediente (ab)usato, però almeno dà mordente.