Ogni tuo respiro è la biografia del tenace Robin Cavendish, che lottò contro la malattia grazie a un’invenzione condivisa. E al sostegno di chi lo circondava.
Breathe, GB, 2017 – di Andy Serkis con Andrew Garfield, Claire Foy, Hugh Bonneville, Tom Hollander, Ed Speleers, David Wilmot, Jonathan Hyde, Diana Rigg
Per il suo esordio dietro la cinepresa l’attore Serkis (specializzato in interpretazioni digitalizzate: le movenze di Gollum e del Cesare della recente trilogia de Il pianeta delle scimmie sono sue) mette in immagini uno script di William Nicholson, a sua volta esperto di biografie (da Nell a Unbroken ed Everest).
Stavolta si parla del coraggioso Robin Cavendish (gli dà volto con la consueta dedizione Garfield), commerciante di tè colpito in Kenya da poliomielite alla fine degli anni ’50. Lo sconforto e il disinteresse per l’esistenza furono vinti dall’amore della moglie Diana (Foy, che viene dritta dalla serie The Crown) e del figlio appena nato Jonathan (che oggi produce la pellicola in questione: è quasi un progetto su commissione), ma anche da iniziative per l’epoca improponibili rivelatesi invece vincenti (e realizzate grazie all’ingegno del sodale Teddy, qui l’iperattivo Bonneville), come il respiratore da affiancare al letto di casa e quello da montare sulla sedia a rotelle.
D’accordo, l’impostazione generale, non scevra da stereotipi, suscita accostamenti impropri con altre vicende personali diversissime (La teoria del tutto principalmente), ma è pur vero che si aggira intelligentemente ogni patetismo per sostenere – addirittura con serenità, quando non con umorismo – le motivazioni delle difficili scelte (di vita, di morte, di credo) dei personaggi. Nel cast, oltre a David Wilmot (l’amico “debitore” Paddy), ricordiamo il versatile Tom Hollander nella buffa parte dei cognati gemelli e, in cameo, la fatale Diana Rigg.