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Recensione: Edison – L’uomo che illuminò il mondo

Chi inventò l’elettricità? Edison – L’uomo che illuminò il mondo di Gómez-Rejón, grazie a un buon cast, prova ad analizzare la storica disputa.

The Current War, USA, 2017  di Alfonso Gómez-Rejón con Benedict Cumberbatch, Michael Shannon, Tom Holland, Nicholas Hoult, Katherine Waterston, Matthew Macfadyen, Tuppence Middleton, Amy Marston

Questo relativamente dinamico biopic firmato da Alfonso Gómez-Rejón (il curioso e riuscito Quel fantastico peggior anno della mia vita è suo), giunto tardi sugli schermi essendo una delle ultime produzioni di Harvey Weinstein, si occupa di mettere in scena la storica rivalità tra i due geniali inventori statunitensi che si contesero l’applicazione su larga scala dell’elettricità. Thomas Edison (impersonato da un convincente Cumberbatch, vagamente memore delle manie di The Imitation Game), istintivo e votato all’utilizzo della corrente continua, e George Westinghouse (Michael Shannon, professionale come al solito), già operante su scala imprenditoriale e orientato verso l’uso della corrente alternata.

L’avvincente script di Michael Mitnik li contrappone in una guerra a distanza, lasciando spazio, oltre alle rispettive e determinanti consorti, interpretate da Tuppence Middleton e Katherine Waterston, all’acuto assistente del primo, Insull (Tom Holland), e al geniale e per certi versi sfortunato emigrante Nikola Tesla (Nicholas Hoult), la cui presenza richiama in maniera ancor più decisa le atmosfere di The Prestige. E si parla anche del generoso (però non privo di timori) J.P. Morgan (un truccato Matthew Macfadyen), naturalmente eponimo della famosa banca, che diede al progresso la spinta che ci voleva.

Senza dimenticare che alla mente di Edison si devono le registrazioni audio, i prodromi del cinema e, per contrappasso, la sedia per le esecuzioni. Un’opera didattica ma non polverosa, che si avvale di un cast all’altezza.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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