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Recensione: Belle & Sébastien – L’avventura continua

Belle & Sébastien , l’aventure continue, Francia, 2015  di Christian Duguay con Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Thierry Neuvic, Margaux Châtelier, Thylane Blondeau, Jeffrey Noel, Urbain Cancelier, Joseph Malerba

Film Belle et Sébastien, l'aventure continue... Réalisé par Christian DUGAY. Rencontre Alfonso. Izermore - 23/09/2014

Il successo del primo adattamento dei libri di Cécile Aubry nel 2013 fu una sorpresa. Forse i bambini di una volta, oggi genitori, intendevano far conoscere ai loro pargoli i personaggi dell’amata serie a cartoni (principale trasposizione delle storie dell’autrice) e li portarono a vedere l’orfanello che, ai tempi del secondo conflitto mondiale, vive in montagna con la sua pelosa e protettiva cagnona bianca. Inevitabile un sequel, dunque: dietro la macchina da presa, Nicolas Vanier (esperto di paesaggi innevati) è sostituito da Christian Duguay, che ha alle spalle avventure ben diverse (Screamers, L’incarico, L’arte della guerra) ma che dimostra di sapersi adattare – senza guizzi particolari – ai ritmi del prodotto per famiglie. Stavolta Sébastien (Bossuet, nel cast del contemporaneo Mon roi e qui abbastanza “distratto”) attende il ritorno dell’adorata (e decorata) Angelina (Châtelier). Il velivolo su cui viaggia la giovane donna precipita e il ragazzino decide con il ruvido nonno (Karyo) di andarla a cercare. C’è bisogno però dell’aiuto di un aviatore individualista (Neuvic), inconsapevole padre del protagonista… Malgrado Belle rimanga piuttosto in disparte, lo spirito è giusto – al di là dell’incosciente discesa in slittino, verso l’inizio – e gli ingredienti del mélo sono dosati. Nondimeno, come in una sineddoche, sul film resta l’impressione che suscita all’interno della trama il rapporto con il “finto maschietto” Blondeau (seppur colpisca la scena della serena rassegnazione dinanzi alle fiamme): un po’ superfluo.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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