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Recensione: Angry Birds – Il film

Angry Birds, USA/Finlandia, 2016  di Clay Kaytis, Fergan Reilly. Animazione

angry_birds_il_film_1Un curioso cartoon (uscito pure in 3D, è ovvio). Discendente da una popolare ed elementare APP finnica per smartphone (perciò la grafica è sgraziata apposta), giochino che vede dei pennuti non volanti fiondarsi letteralmente sui maiali verdi che hanno rubato le loro uova, l’esordio alla regia degli animatori di lungo corso Kaytis e Reilly deve anzitutto proporre una trama senza stiracchiature. Di ciò si è premurato lo sceneggiatore Jon Vitti (I Simpson in tv e al cinema e un paio di Alvin Superstar). Attribuire all’irascibile Red, permaloso clown da feste di compleanno, al fulmineo Chuck (la sua saltuaria ambiguità sessuale segna un notevole precedente nel genere) e al fattivamente esplosivo Bomb (doppiati in originale da Jason Sudeikis, Josh Gad e Danny McBride e in italiano da Maccio Capatonda, Alessandro Cattelan e Francesco Pannofino) dei caratteri e un passato non era facile, ma in questo il film funziona, persino nei risvolti psicologici e nel linguaggio quotidiano. Sarà proprio il primo, finito con gli altri in “cura” obbligata per la sua scontrosità presso la non meno problematica Matilda (che ha la voce di Maya Rudolph oltreoceano e di Chiara Francini da noi), ad additare i maleducati porcelli, che da cordiali visitatori si tramutano in invasori e ladri. E qui casca l’asino, pardon, il suino. Perché citazioni e cinismo adulto veicolato anche dalle numerose scritte opportunamente non tradotte reggono; invece il possibile riferimento allo straniero “brutto e ingordo” non è esattamente educativo. Per nessuno.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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