E’ il teatro Massimo, tempio della musica e delle arti sceniche, a ospitare la cerimonia d’inaugurazione del lungo anno che vedrà Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018: sembra quasi un sogno, eppure è realtà.
Nella sala del Basile, ad onorare i meriti del capoluogo siciliano, ospiti di spicco delle istituzioni, tra cui: l’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, il Ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini. Presenti anche il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, l’Assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Vittorio Sgarbi.
La cerimonia apertasi con il coro arcobaleno e il coro delle voci bianche del teatro Massimo, uniti ad intonare l’Inno d’Italia, si è svolta in un clima di gioia e fierezza. A fare da padroni di casa il Sindaco Leoluca Orlando (sempre più profondamente legato alla città), l’Assessore alla Cultura Andrea Cusumano ed il neo eletto Presidente della Regione Siciliana Nello Musmesci.
Palermo Capitale italiana della Cultura 2018 si prospetta un progetto di visione a tutto tondo, non un semplice calendario di eventi.
Vi contribuiranno in sinergia le istituzioni culturali della città, l’associazionismo e i festival vitali già rodati. Il progetto, inoltre, sarà reso trasversale dalla Biennale itinerante d’arte contemporanea Manifesta12, che si aprirà a giugno e che per 5 mesi proietterà la città nel mondo dell’arte internazionale.
Palermo Capitale italiana della Cultura 2018 conta oltre 780 eventi tra arte, musica, teatro, grandi eventi, convegni e sport. Ed altri se ne vanno a poco a poco aggiungendo. Su questo già ricco mosaico si vanno ad innestare le iniziative internazionali, che proiettano la città verso i grandi temi del Terzo Millenio: pace, legalità, solidarietà e partecipazione per eventi e occasioni che avranno su Palermo la loro ribalta.
Esplicativo di tali intenti l’ardito programma di ricostruzione del suq, della moschea degli Omayyadi e del minareto di Aleppo (patrimonio Unesco, distrutti nel conflitto nel 2013), operati dall’Aga Khan Trust for Culture (AKTC) e presentati in anteprima mondiale a Palermo dal dottor Radwan Khawatmi.
“E’ un progetto “originale” di elevato valore culturale, oltreché di grande respiro umanitario. Fortemente e generosamente orientato all’inclusione, alla formazione permanente, alla creazione di capacità e di cittadinanza. Senza trascurare la valorizzazione del patrimonio e delle produzioni artistiche contemporanee.” Così si legge tra le motivazioni del MIBACT e dal quale si evince l’unicità e l’essenza del programma Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018.
Orgoglioso e felice, per ciò che nel 2018 si dischiuderà a Palermo, il Sindaco Leoluca Orlando ha ricordato a gran voce che “Palermo sarà la capitale non solo della cultura figurativa, poetica e performativa ma anche della cultura altra (sportiva, enogastronomica, sanitaria) e dell’altro, dell’alteritá (ossia dei popoli fratelli che vivono e condividono gli spazi liquidi e senza confini del continente Euroafroasiatico)“.
A presentare gli appuntamenti salienti l’Assessore alla Cultura Andrea Cusumano. Si inizia da “Love difference”, un grande tavolo specchiante dalla forma di bacino del Mediterraneo opera di Michelangelo Pistoletto, che per ben 12 mesi sarà installato nel Salone delle danze della Fondazione Sant’Elia e ospiterà tavole rotonde e conferenze.
Tante le mostre di rilievo internazionale. Si va dalle immagini di Spencer Tunick alla retrospettiva su Robert Capa, dalla mostra evento su Antonello Da Messina alla bipersonale delle installazioni di Jan Fabre, sino alla mostra antologica di Shozo Shimamoto.
Molto attesa la mostra “Resignification”, da un’idea del premio Nobel Whole Soyinka, nel quale gli artisti della diaspora africana reinterpretano il tema del corpo nero nel design e nell’arte occidentale.
E poi ancora la Francia in piazza, concerto solitamente realizzato dall’Accademia di Francia a piazza Farnese e che quest’anno si terrà a Palermo.
E come dimenticare l’Opera Paese, progetto audace che vede una produzione operistica del teatro Massimo quale l’Elisir d’Amore di Donizzetti prendere vita tra le scenografie naturali del quartiere popolare di Danisinni a Palermo.
Inoltre, sono in programma alcune iniziative nel quartiere di Ballarò finanziate dalla famiglia reale olandese. “L’anno scorso – ricorda con emozione il sindaco Orlando – i reali olandesi sono venuti in visita a Palermo, ad oggi l’opera Sael realizzata da artisti africani verrà finanziata da loro in quel di Ballarò”.
Si terranno, inoltre, a Palermo il Premio delle Arti del MIUR (che coinvolgerà studenti da tutte le accademie di Belle Arti Italiane), il composito Festival MigrArti e l’attesissima Festa europea della Musica che, il prossimo giugno, porterà oltre mille giovani musicisti europei nel capoluogo.
Il programma completo è disponibile sul sito http://www.palermocapitalecultura.it/
Partecipato l’intervento del Presidente Musmeci, che sottolinea come la Regione Siciliana non voglia restare spettatrice ed esorta tutti i comuni dell’Isola (rappresentati dai sindaci seduti in sala) a sentirsi anche loro parte di questo grande traguardo. “Affrontiamo con grande forza e serenità questa prova, che arriva in un anno difficile ma che allo stesso tempo ci invita ad essere più ambiziosi, e ci fa guardare con speranza al futuro” questo l’augurio sincero di Musmeci.
Un serio Dario Franceschini ha ricordato, nel suo intervento, come l’idea di istituire con apposita legge la capitale italiana della cultura sia nata con Matera Capitale Europea della Cultura. “Il percorso per l’assegnazione del titolo -ha ricordato il ministro- è stato trasparente e competitivo. Ed è una competizione che spero sarà in futuro sempre crescente”.
“Palermo, sono certo manterrà il ruolo di Capitale anche oltre il 31 dicembre 2018, poiché continuerà ad esserlo, sul piano del dialogo e della cooperazione con l’intero Mediterraneo”
così il ministro Dario Franceschini
E’ il Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni, infine, a fare una riflessione sulla cultura quale elemento cardine, vanto e motore economico della nostra società civile, piuttosto che mera “cenerentola” tra gli argomenti di pubblico interesse. Suo anche l‘affettuoso ringraziamento alla città. “Palermo è una città che sta cambiando, che va verso il futuro, e ed è l’occasione per noi, di dire grazie a questa città. Grazie Palermo, da parte di tutti gli italiani che di te vanno orgogliosi.”
Il logo di Palermo Capitale della Cultura rappresenta 4 P nel loro grafismo arabo, ebraico, fenicio e greco. Pensato e creato da Sabrina Ciprì, giovane allieva dell’accademia di Belle Arti, “il logo -come rivela la promettente design- si ispira nella numerazione ai 4 canti cuore palpitante della città. Nei colori invece al mare, le cupole della chiesa di San Cataldo, le luminarie della festa, le entrate monumentali dei grandi teatri cittadini.” E continua: “con l’ausilio della professoressa Cinzia Ferrara ho chiesto aiuto a grafici internazionali in diverse parti del mondo. Mi hanno risposto tutti, con grande solerzia. E così ho scoperto che la P nella lingua araba non esiste ma al suo posto si usa la B, quella dell’antica Balarm. Alla fine però tutti erano d’accordo che fosse un logo dinamico; chi estrapola anche una sola lettera può comprendere subito l’essenza del messaggio.”