Una Norma d’eccellenza è andata in scena al teatro Massimo di Palermo, nell’elegante Prima di domenica 19 Febbraio 2017. Il capolavoro romantico del Bellini, letteralmente avviluppato nella regia di Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, ha estasiato e risolutamente convinto il pubblico palermitano.
Ritorna a calcare le scene del teatro Massimo di Palermo, in questo febbraio del 2017, la sacerdotessa dei Galli Norma. La regia dell’odierna produzione è stata affidata al genio creativo di Ugo Giacomazzi e Luigi Di Gangi. Duo d’attori, sono anche poliedrici artisti oramai noti a livello internazionale, nonché animatori prolifici della vita culturale cittadina. Il maestro Gabriele Ferro, invece, ha tenuto a curare nei dettagli la lettura e l’esecuzione orchestrale della delicata partitura musicale composta dal Bellini.
Nelle intenzioni di cotante menti creative questa Norma ha segnato il perfetto abbraccio tra romanticismo e materia viva. Alla base del concept art nell’allestimento scenico si son rintracciate le creazioni di Maria Lai, artista sarda del fuso del filo e delle forbici. Da tale ispirazione materica viene intessuto e issato l’arruffato arazzo scenografico di corde, lacci, fili, nastri e stracci a brandelli. Una vera è propria attrezzistica di scena, viva ed in grado di rendere visibili e palpabili, gli amori, le promesse, i tradimenti, gli inganni che pervadono il libretto scritto da Felice Romani.
In breve la tragedia lirica di Bellini viene letta nei termini dell materia che ci imprigiona, ci lega sentimentalmente ma ci rende anche schiavi di noi stessi e avversi agli altri. Una cortina di ferro filato che possiamo bucare, per andare incontro al mondo, al nuovo, al domani. Una rete di filo spinato oltre la quale troviamo l’amore, la libertà ed anche il sacrificio.
Nel corso della sua storia il Teatro Massimo ha visto grandi nomi della lirica interpretare il ruolo di Norma. C’e stata Gina Cigna, nel 1931 in occasione del centenario dalla prima rappresentazione assoluta dell’Opera. L’indimenticabile e immensa Maria Callas, nel 1951 in occasione dei centocinquanta anni dalla nascita di Vincenzo Bellini. E la talentuosa Dimitra Theodossiu che nell’Aprile del 2006, a causa di uno sciopero improvviso dell’orchestra, si ritrovò a cantare con l’accompagnamento del solo pianoforte.
Nel rispetto della tradizione la fondazione lirica ha richiesto i servigi artistici di una celebre ed incontrastata Diva del bel canto, la signora Mariella Devia (premiata come miglior cantante lirica agli International Opera Awards del 2016).
La Devia ha soddisfatto le esigenze dei registi e le aspettative del pubblico regalando una magnifica interpretazione attoriale di Norma. Ne ha restituito un’immagine di donna matura e consapevole, pur nella grazia eterea del suo esser sacerdotessa e innamorata.
A settantanni d’età la Devia ha esibito una voce soavissima forte di un prodigioso fiato pieno. Non sono mancati agili vocalizzi, gorgheggi e infiorettature degne di una giovanissima interprete. Rispettati al millimetro gli accenti e le intenzioni ritmiche d’ogni singolo verso cantato. Perfetti tutti recitativi, ove il fraseggio non è mai venuto meno.
Splendida la soprano Carmela Remigio; temperamento virginale e vocalità lieve e carezzevole nel ruolo della novizia Adalgisa. E’ questo un personaggio femminile speculare a Norma, ma nella sua sorte drammaturgica completamente differente dalla protagonista.
Non è la prima volta che la Remigio si trova a collaborare con l’illustre collega in seno a quest’Opera. Tra le due si è palesata, da subito, una spiccata sincronia oltreché simpatia e stima reciproca.
Il tenore americano John Osborn per il suo proconsole romano Pollione ha preferito ad un’interpretazione vocale di spinta una finissima e fluida versione belcantisa. La timbrica tenorile di Osborn è risultata all’ascolto nitida e piacevolissima. Il tenore si è rivelato inoltre un ottimo ed audace attore.
Vette liriche della recita si sono toccate con il “menage a trois” canoro -Norma, Adalgisa, Pollione- del primo atto e con i duetti muliebri del secondo atto. In quest’ultimi, in particolare, le voci della Devia e della Remigio si sono amalgamate creando cangianti trecce armoniche dai pastosi accordi espressivi. Lungo tripudio di applausi a scena aperta, per la superba, emozionante e scrupolosa interpretazione che la Devia ha dato dell’arcinoto cantabile Casta Diva nel bel mezzo del primo atto.
Repliche ancora il 21, 22, 25, 26, 28 Febbraio presso il teatro Massimo di Palermo.