Mediterraneo non è più solo il nome di un mare, è divenuto ormai un sostantivo che descrive, puntiglioso ed ineluttabile, la tragica emergenza umanitaria internazionale dell’immigrazione clandestina. A questo piccolo grande deserto d’acqua blu cobalto sul quale transitano milioni di disperati, i perseguitati, gli ultimi del mondo alla ricerca di una prospettiva di felicità, è dedicata la mostra Mediterraneo dell’artista Francesco Anastasi.
Presentata l’11 Dicembre (alla presenza dell’Assessore alla cultura Andrea Cusumano, del giornalista e scrittore Davide Camarrone, del consigliere comunale di Palermo Francesco Bertolino e del direttore del Mondadori Multicenter Stefano Malgrati,presso la sala conferenze dello store di via Ruggero Settimo 18 in Palermo, la mostra sarà visitabile dal 18 dicembre al 17 gennaio, dalle ore 9:30 alle ore 20.30 nei medesimi locali.
Il Mediterraneo è attualmente inteso come il bacino geografico di interscambio, viva comunicazione e confine tra l’Europa e il medio-oriente. Ai venti di guerra e alle tensioni interne del medio oriente si contrappone un’umanità sana che anela alla pace e alla libertà, e dunque tenta la fuga verso un nuovo futuro. Alle vicine isole di Malta e Lampedusa è data la responsabilità immediata della prima accoglienza e dell’identificazione. Alla Sicilia, centro nevralgico di questo lungo processo, è data l’opportunità di rispondere all’emergenza immigrazione per mezzo di un’efficace politica culturale basata non sull’integrazione, a cui si sottintende un inglobamento, bensì sul sincretismo, ovvero una forma polifonica di voci e pensieri capaci di costruire insieme un tessuto sociale armonico. Per mezzo di un siffatto connubio si creano i giusti presupposti per ribadire quanto sulla pulsante vita del mediterraneo possa basarsi l’Identità dell’Europa tutta che è fortemente radicata sui diritti umani inalienabili.
Nei dipinti di Anastasi si palesano ardenti: la tragedia delle difficoltà sociali, il periglio del viaggio per mare, il dramma umano. Forme e figure sono oblunghe e fluttuanti, eteree alla vista ma struggenti all’impatto coi sensi. Alla contrizione, però, è offerta dall’artista una luce di speranza, un arcobaleno di colori accesi e vivaci che si ricollegano al tema della Misericordia, voluto da Papa Francesco come tema del suo giubileo straordinario. L’esposizione è tutta tesa ad aprire il cuore a sentimenti nuovi e immensi, e non solo a riempire una sala; ciò sempre nel solco di una misericordia in senso lato: di un Dio per le sue creature, di una donna per una fanciulla, di un padre per il suo bambino, semplicemente di un uomo per ogni suo simile.