L’amore omosessuale ai tempi delle Mille Bolle Blu di Mina, parafrasando il titolo di un grande romanzo dello scrittore premio Nobel Gabriel García Márquez. Questa è la vicenda speciale ,eppure normalissima, di un sentimento impetuoso e puro che travolge due creature del tutto simili nella loro esponenziale diversità; un vero e proprio gorgo profondo ed insperato di sentimenti che intreccia e lega indissolubilmente Emanuele -giovane avvenente, d’ottima famiglia e futuro avvocato- a Bernardo -ragazzotto di borgata, dall’aspetto ordinario di professione barbiere-.
Il loro dedicarsi, desiderarsi, il loro fare l’amore sguscia impaziente tra il rincorrersi, di volta in volta ironico e drammatico, dei minuti, delle ore, delle settimane, dei mesi, degli anni. Il loro essere uniti si cela agli altri, goffamente dietro a bugie, ma si autodetermina tra momenti di confidenza gelosa e sotto immacolate lenzuola, calde di baci e sussurri.
Il loro amore è come l’inebriante fragranza di un profumo che impregna la pelle ed evapora nell’aria, lasciando una scia che dice tanto ma che allo stesso tempo nulla rivela.
Questa storia d’amore sfida il rigido mondo delle convenzioni sociali mettendo in luce un pianeta altro nel quale “Io e Tu, eravamo Noi…e gli altri erano gli altri, è basta!”. Tra i due uomini si dipana un percorso d’emozioni e affetti, magnifici e passionali, degni d’essere goduti nel piacere reciproco e scevri di qualsivoglia sovrastruttura ideologica e materica. La bellezza di un pianto, l’audace dolcezza dell’erotismo, la paura atavica del vivere una perversione, il colore di un abbraccio, il dono di un dialogo sincero: tutto questo tramuta la loro realtà e la trasla in un infinito che è sempre più amoroso ,nuovo e autentico riuscendo, infine, ad eludere anche la mestizia della morte.
L’intensa vicenda dei due Romeo -in una Palermo a cavallo tra gli anni 60 e gli anni 70- è portata in scena per mezzo di un monologo breve ma esplosivo nei toni e nel pathos. Uno solo il personaggio declamante, Bernardo, a cui il valentissimo attore Filippo Luna ha conferito una carne palpitante di sensazioni incidenti, una voce roboante di vagheggiamenti e concretezze ed un sensuale abbandono ora stoico ora lirico a Lui, Emanuele, solo amore e adesso spirito immobile sulla sedia azzurra della barberia.Il testo teatrale è tratto da un omonimo racconto facente parte della raccolta Muore lentamente chi evita una Passione, Diverse Storie Diverse degli autori Angela Mannino, Salvatore Rizzo e Maria Elena Vittorietti, Sigma Edizioni. Lo spettacolo è andato in scena venerdi 29, sabato 30 e domenica 31 presso il teatro dell’Accademia Internazionale del Musical sito a Palermo, in via Dante 12.