Dopo aver dominato lo stadio San Siro di Milano, in due trionfali date Sold Out, Laura Pausini celebrato e riconosciuto diamante della musica Pop melodica Italiana ha finalmente debuttato anche allo stadio Olimpico di Roma
La serata dell’undici Giugno ha riservato al pubblico dei fan di Laura Pausini una gradevole frescura primaverile, risparmiando all’evento piogge e caldo soffocante; fermi e rincuoranti sono stati i controlli antiterrorismo ai tornelli d’entrata.
La sinuosa bellezza ovale dello Stadio Olimpico sembrava abbracciare, ricambiato, il palcoscenico del tour pensato come un lungo parallelepipedo provvisto di due passerelle, come braccia distese, a nord e a sud e di un corpo centrale dalla forma pentagonale, vero cuore propulsore dello spettacolo, il tutto sovrastato da tre maxi schermi. Il pubblico si scalda e l’affetto del fan club si espande tra la folla in un festoso FlashMob che rende omaggio ai più amati successi dell’artista romagnola.
Lo show si apre con soli 5 minuti di ritardo sull’orario previsto (le 21:00 ndr); e questa è la Laura Pausini che non si lascia andare ad atteggiamenti e capricci da “prima donna”. Il buio è subito rischiarato da bianche luci abbaglianti e dalla voce calda della cantate che recita “I soldati dell’amore io li chiamo Simili. (…) Milioni di bocche che sussurrano parole dolcissime in tutte le lingue del mondo. (…)Liberi di essere diversi ma concentrati per rimanere insieme, trattenendo le lacrime e le risate, combattendo a colpi di carezze e sguardi, incoraggiati dalla protezione reciproca. Mai vinti dall’odio. (…)” sulla scena persone comuni, uguali e diverse, testimoniano con il solo esserci la bellezza e la verità di questo concetto. E’ il momento di Simili “la meraviglia di essere simili”, canzone simbolo e linea guida dell’intero concerto. Laura Pausini appare sul palco raggiante, vestita di un argenteo mini abito firmato Byblos (in un certo senso un omaggio alle origini, poiché al suo debutto al Festival di Sanremo del ‘93, la giacca navy indossata dalla Pausini era proprio Byblos ndr) e con alle spalle due danzatori reggenti altrettante maestose ali d’angelo, anche queste color argento.
Lo show si dipana fluido nella sua costruzione all’americana, ossia con l’alternarsi di medley -un mix di consistenti brani estratti da pezzi vari- presentati per gruppi tematici, temporali o semplicemente emozionali alternati a canzoni cantante integralmente, dunque numeri chiusi, spesso non introdotte al pubblico e usualmente accompagnate da coreografie e grandi scenografie. “Innamorata” pezzo scritto per la Pausini dal mitico Jovanotti, con la sua esplosione di ritmo e colore e nella freschezza profonda del suo testo, crea allegria e positività in tutto il pubblico mentre la Pausini, cantando e rappando la seconda strofa con grande intenzione, si scatena insieme al corpo di ballo in una coinvolgente coreografia hip-hop. Mentre il palco è pieno di cotanta euforia la nostra Laura aggiunge al suo outfit un giubbotto di pelle rosa e borchie ma con un grande cuore stampato sulla schiena.
Si susseguono molte altre canzoni, come doni ed emozioni dell’artista al suo affezionato pubblico. “Invece no”, che Laura dedicò nel 2008 alla nonna Teresa da poco scomparsa, viene dedicato ad un piccola fan di nome Gaia, presente al concerto e da pochi giorni orfana di madre. Il momento è dei più commoventi, la Pausini canta con grande forza ed enfasi fin quasi a piangere, l’emozione è tangibile e si propaga per l’intero stadio. “Incancellabile”mitico pezzo del 1996 va a suggellare un momento di giubilo estremo con la Pausini che invita un certo Carlo, presente tra il pubblico, a toccare la pancia della sua Giulia seduta accanto a lui, perché costei è incinta da qualche giorno.
La cantante saluta e ringrazia il mondo che l’ha seguita, amata ed aiutata ad affermarsi. Nello stadio vi sono bandiere del Messico, del Brasile, della Francia, del Belgio, dell’Olanda e così “In assenza di Te” del 1999 viene proposta in versione Spanglish con il titolo “It’s not goodbye, En ausencia de ti”. Ed immancabile è l’omaggio al popolo Brasiliano e alla lingua portoghese, che la Pausini tanto ama, con la citazione a cappella della prima strofa della celebre “Tristeza”, cantata in origine da Ornella Vanoni.
C’è poi l’intero mondo di Laura Pausini dentro questo concerto: la sua rabbia del 2004 con una “Resta in ascolto” dall’arrangiamento furente, l’amore vero (per Paolo Carta, chitarrista e suo attuale compagno ndr) che sboccia improvviso come una “Primavera in anticipo,It is my song” e che nonostante ostacoli e difficoltà di ogni sorta cresce inducendo a pensare Casomai “ora che ti ho trovato, è meglio”. E ci sono gli inizi con quella “Strani Amori” del Sanremo ’94 che la Pausini stessa ricorda fosse stata scritta per un’altra cantante che la rifiutò e ad oggi, invece, è divenuta uno dei suoi cavalli di battaglia, terzo posto alla kermesse oltreché una tra le canzoni più apprezzate del suo repertorio. C’è la nuova vita con il suo “Amore Quotidiano” fatto di promesse dell’anima dal sapore universale. C’è una “Celeste” maternità agognata ma oggi perfettamente appagata dalla nascita della figlia Paola “E a lei che devo l’Amore” (sono proiettate alcune foto che ritraggono la bimba, per altro molto somigliante alla mamma). In quest’ultimo quadro familiare Laura Pausini è apparsa vestita d’un principesco lungo abito candido completato da un avvolgente mantello affibbiato da una spilla dorata stile Biancaneve ed ha cantato romanticamente, accompagnata alla chitarra dall’affascinante compagno Paolo Carta anche lui in giacca bianca.
Aerea ed eterea la performance sulla splendida “Sono solo nuvole” elegante canzone scritta da Giuliano Sangiorgi (Front man dei NegroAmaro ndr) ed inserita nell’ultimo album della Pausini. Appositamente rispolverata per l’occasione del tour negli stadi la canzone “Una storia che Vale” del 2002, che con il suo trascinante inciso si è prestata ad essere cantata, con entusiasmo, da Laura Pausini insieme a tutto il caloroso pubblico presente.
Ospiti d’onore della serata sono stati Biagio Antonacci, che Laura abbracciando ha presentato come “mio fratello!” e l’attrice e comica, grande amica e compagna d’avventure televisive della Pausini, Paola Cortellesi. Con Antonacci la Pausini ha duettato con grande passione nel brano “In una stanza quasi rosa”; il pezzo dell’artista milanese è ormai entrato a far parte anche del repertorio della cantante romagnola dopo che lei lo ha inserito nel disco di cover celebri dal titolo Io Canto e in questa speciale occasione è stato dedicato dai due alle persone omosessuali e transessuali con l’auspicio che possano sempre più sentirsi libere di esprimere pienamente i loro sentimenti e il loro amore. L’iconica “Vivimi”, anche questa scritta da Antonacci ma stavolta appositamente per la Pausini nel 2004, ha degnamente coronato l’incontro delle due grandi voci e sensibilità della musica italiana. La Cortellesi dal canto suo ha trascinato la Pausini nel consueto vortice di brio, ironia e ilarità che sempre riesce a creare intorno a sè; le due hanno affettuosamente “gigioneggiato” come le più storiche tra le amiche, duettando infine sulle note de “La Solitudine” mitico pezzo che valse la vittoria alla Pausini nel Sanremo giovani del 1993 e ricevendo, infine, una vera e propria ovazione.
Tutti sul palco sono stati valorizzati: dai coristi (tra qui spiccano la ex allieva di Amici e grande voce Monica Hill, l’immancabile Gianluigi Fazio, la portentosa Ariane Salimata Diakite) che si sono esibiti in un medley di famosi pezzi del pop, rock e hip-hop internazionale (da Tina Turner a Beyonce) agli ottimi ballerini che hanno spaziato dalla danza più spiccatamente jazz con accenni di teatro-danza alla break dance acrobatica sulla campionatura dance del brano “Io C’ero (+ amore per favore)” sempre tratto dall’ultimo album della Pausini.
Il finale è stato grandioso e scintillante: Laura Pausini ha interpretato con grande ispirazione la canzone in assoluto più bella dell’album Simili ovvero “Lato destro del Cuore” (anche questa scritta per lei da Antonacci ndr), mentre era totalmente immersa in un suggestivo cono roteante di bianche luci oblique inframmezzato da ondulate e pulsanti luci ambrate, e fulgida d’un magnifico abito stile Broadway in fibre luminose color dell’oro.
Immancabile il saluto tipico della Pausini attesissimo da tutto il pubblico in chiusura di concerto, gridato a piena voce sotto una pioggia di scintillanti coriandoli verde smeraldo: “Fate l’amore stanotte!”.
La voce di Laura Pausini, negli anni è molto cambiata; l’artista ha sviluppato risolutamente le note gravi e in questo concerto ne ha dato un convincente saggio, non sono mancati tuttavia gli acuti esplosivi tipici del suo stile (si guardi all’esecuzione di “Se non te”) le intonazioni piene e dense di fiato e i vocalizzi alla romagnola che si sono però arricchiti di nuove sfumature e coloriture.
Laura Pausini è l’ottima artista che con il suo senso del dovere, la bravura, dolcezza e caparbietà convince sempre.
Le foto del concerto di Laura Pausini allo Stadio Olimpico di Roma sono di Gianluca Naphtalina Camporesi Works e di Angelo Trani.