Questa sera, 19 Marzo, andrà in scena al teatro Massimo la Prima della tanto attesa La traviata. Ad allietare l’udito, nel trascinante languore in canto e musica firmato Verdi, un cast di grande pregio e caratura artistica.
A dirigere l’orchestra del teatro Massimo per questa produzione de La traviata il bruno, longilineo e fascinoso Giacomo Sagripanti (già vincitore degli Opera Awards 2016 come miglior giovane direttore d’orchestra). Sagripanti parla de La traviata come di un Opera pervasa dai valzer, capaci di mutare linea melodica, intensità e accenti ritmici a seconda delle atmosfere che si trovano ad attraversare.
Il baritono Leo Nucci con la sua affabile saggezza ha lasciato letteralmente senza fiato la sala stampa. L’artista ha dato sfoggio della sua approfondita conoscenza de La Traviata sia dal punto di vista musicale che da quello storico drammaturgico, e si è mostrato oltremodo felice di partecipare nel ruolo di papà Germont ad una siffatta grande produzione del Massimo. Nucci ha mostrato, inoltre, un’immensa sensibilità nell’affrontare le tematiche legate all’essere donna in una società contemporanea ancora oppressa da insulsi retaggi maschilisti, mostrandosi dunque coeso con il regista Pontiggia nella lettura proto-femminista che questi da dell’Opera. Infine il noto interprete ha tuonato “L’Opera lirica è un grande patrimonio dell’Italia, che il mondo ci invidia e che la politica dovrebbe preservare”. Leo Nucci parteciperà a Palermo solo alla Prima della Traviata il 19 Marzo, ma sarà nel ruolo durante l’intera tournée in Giappone.
Per il tenore sudamericano René Barbera, cantare nel ruolo di Alfredo Germont è sempre una grande emozione. Lui dice di vedere Alfredo come “un personaggio vigoroso ma che affronta un radicale processo di maturazione che lo porta a mutare in meglio il suo carattere e a contenere i suoi umori.”
La bella simpatica e spigliata Jessica Nuccio, soprano di 31 anni appena, è colei che affronterà il ruolo di Violetta portando sulle spalle la responsabilità dell’intera resa drammatica dell’Opera. La Nuccio si concede con grazia ad alcune domande.
Come ti rapporti tecnicamente e umanamente al ruolo di Violetta Valery?
Sono una soprano d’agilità e sono ben consapevole che per un ruolo importante, corposo e multi-sfaccettato come quello di Violetta mi è necessario, ogni qualvolta che lo reinterpreto, uno studio ex novo della partitura. Il mio è un apprendimento continuo, che si rigenera ogni volta con la guida di un maestro, e che spesso si sincronizza con le speciali e sempre diverse richieste del regista. Violetta è un vero vocabolario di suoni, fiati, accenti, slanci e intonazioni. Per quel che concerne l’aspetto umano, la storia è più complicata. Io come, tante altre interpreti, non possiamo dire di aver vissuto della vita gaudente di Violetta Valery, ma quella è la superficie! In lei in realtà albergano sentimenti profondi e universali, oltremodo puri lirici e forti. Quando ero più piccola non li percepivo, allora immaginavo solo di vivere una triste storia d’amore.
“Oggi con la maturità, con le esperienze della vita -dalla morte che come ogni essere umano ho conosciuto, alla scoperta dell’amore e della passione sino alla dolcezza della mia prima gravidanza- ho capito quale spirito e quali tenerezze usare nel rapportarmi e rendere vivi i sentimenti e le miserevoli glorie umane che sono parte di Violetta.”
Puoi svelarci qualcosa dei costumi di scena, e di come li hai vissuti?
Gli abiti recano fogge,tagli e decorazioni dei primi del novecento; sono semplicemente magnifici e slanciano la figura. Sono molto comodi ed io li porto con estremo agio. Il mio personaggio ha con gli abiti un rapporto privilegiato. La personalità di Violetta è resa più forte ed incisiva da ciò che ella indossa. L’abito non soffoca il mio personaggio ma lo valorizza.
Sei palermitana e, quando eri bambina, cantavi tra le voci bianche del teatro Massimo. Avresti mai immaginato da piccola che un giorno avresti ricoperto un ruolo importante e drammatico come quello di Violetta?
Da bambina ero affascinata dal mondo della lirica, la vivevo come dentro un sogno. Ma non avrei mai detto che sarei diventata LA protagonista di un Opera. All’epoca volevo solo cantare, mi bastava quello per essere felice. Oggi vedo tanti sogni realizzarsi, tanti ruoli noti e potenti diventare miei. E non posso che gioirne.
“Oggi trovo che la mia casa, il luogo in cui mi sento tranquilla e sicura, è il teatro. Ogni città può diventare casa mia, perché è nel suo teatro che io trovo il mio spazio vitale.”
Mio figlio (avuto dal collega baritono Simone Piazzola, nel secondo cast di questa La traviata con il ruolo di papà Germont ndr), che oggi ha 4 anni, è abituato a tutto questo e adora stare in teatro. Lo porto in giro con me, per ingaggi e tournée, da quando era in fasce. Ama la musica e si rilassa al sentirmi cantare. Attualmente va pazzo per il cinema. Lunedì sera lo porterò a vedere la Bella e la Bestia della Disney ed entrambi non vediamo l’ora!
La traviata vi attende al teatro Massimo di Palermo con i suoi grandi interpreti da domenica 19 Marzo con repliche fino al 1 di Aprile.