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La traviata Belle Èpoque del regista Mario Pontiggia torna ad emozionare il teatro Massimo

La traviata, l’opera più amata e celebre del repertorio lirico italiano, torna ad emozionare il pubblico del teatro Massimo di Palermo.

La traviataTorna sulle scene del teatro Massimo di Palermo La traviata di Giuseppe Verdi per la regia di Mario Pontiggia. Uno spettacolo ricco di pathos, già ben collaudato e repertoriato dalla fondazione Massimina.

È La traviata saltata alla ribalta delle cronache culturali locali come Belle Époque per l’ambientazione floreale e longilinea in stile Liberty di inizio ‘900. Un intorno scenografico, d’arredo e di  eleganti costumi magnificamente ricreato da Francesco Zito con l’aiuto di Antonella Conte ed ormai parte preziosa delle dotazioni d’allestimento del Massimo.

È la proposta vincente del teatro lirico; un titolo capace di catalizzare un pubblico vastissimo e, a mezzo della bellezza ormai nota della sua messa in scena, di riempire la sala del Basile.

La traviata di Pontiggia è stata rappresentata al teatro Massimo per la prima volta nella stagione 2017. In quLa traviata ell’occasione a rifulgere nel ruolo della protagonista, Violetta Valery, la  soprano palermitana Jessica Nuccio. Lo stesso spettacolo è tornato poi, sulle scene del teatro Massimo nella stagione 2019; a cantare il ruolo di Violetta la soprano spagnola Ruth Iniesta. 

Il primo cast di questa La traviata al teatro Massimo ha visto impegnata nel ruolo della cortigiana Violetta Valery la soprano Nino Machaidze.

La traviata La performance vocale dell’artista georgiana si è distinta per il sublime, ondoso del suo registro drammatico e sospiroso sospinto da un sinuoso garbo ritmico canoro, profuso nei tanti duetti che costellano l’opera e sempre ben armonizzato su e con le voci dei cooprotagonisti maschili.

A Spiccare, nella resa totale dell’interpretazione di Nino Machaidze, il passaggio dell’ “Amami Alfredo” reso nella sua eccezione più passionale e impetuosa. Focosamente sostenuta dall’orchestra diretta dal maestro Carlo Goldstein. Ottimo anche  “l’Addio del passato” aria serissima e macabra espressa con partecipata immedesimazione a mezzo di un canto delicatamente espanso e singhiozzante su un fraseggio nitido.

La soprano, al netto di una gestualità a volte ripetitiva e in alcuni casi stereotipata (specie nel I atto e nel primo quadro del II atto) ha, nelle parti salienti e finali dell’opera, corretto il tiro del recitar-cantando corroborando il ruolo al contempo di voluttà e di virtuoso elegiaco dolore.La traviata

A chiudere il triangolo dei protagonisti di questa La traviata: il tenore albanese Saimir Pirgu nella parte di Alfredo ed il baritono romano Roberto Frontali nella parte di Papà Germont.

Pirgu ha dapprima giocato il ruolo di Alfredo su una prominente caratterizzazione della vocalità, sfuggendo, della partitura canora, le sfide in ascesa e spinta. Lo si è ritrovato, tuttavia, timbricamente più acceso ed agile nei quadri ed atti finali dell’Opera. All’artista si riconosce la maestria nell’armonizzazione, all’appoggio e all’unisono, con il coro e la cooprotagonista. Un elemento di lode per il quale si può tralasciare la lieve strozzatura del fiato sulle note tenute a chiusura del “Croce e delizia” del primo atto.

La traviata Acclamatissimo ed impeccabile, invece, il baritono Roberto Frontali. Piglio attoriale sicuro e realistico, l’artista ha dato spazio alla sua vocalità intensa calibrando le tonalità scure ed i fiati su un fraseggio ora più concreto e duro ora più carezzevole. Frontali effonde la  reprimenda paterna dell’arioso “Di Provenza il mare il suol”, su accorate linee melodiche di sommesso sentimento. Il baritono ne fa colore umano e strappa gli applausi più autentici.

Encomiabile lo sforzo artistico del coro massimino. Un gruppo scenicamente ben coeso, tanto divertito negli ensemble brillanti e festosi quanto sonoramente superbo nel concertato a chiusura del secondo quadro al II atto.

Ambasciatori del corpo di ballo massimino lo splendido Michele Morelli, Matador dalle gambe in rond e developpé lunghe, nette e affilate come lame, e la flessuosa Francesca Davoli, dall’allure flamenca e lo straordinario slancio en a l’air concluso in allongé cambré en arrier tra le braccia del collega porteur. Il momento del coro e della danza, tra Zingarelle e Matador, sempre tra i più graditi dal pubblico.

La stagione 2023 è di certo tra le più ruffiane pensate dalla fondazione Massimo. Non stupisce, dunque, che si sia  fregiata del ritorno in grande stile della sempiterna La traviata di Verdi. Lo spettacolo resta gradevolissimo e di buona fattura, ma anche una mossa di marketing azzeccata. Che tuttavia, invero, ha il pregio di portare questo titolo all’attenzione e al coinvolgimento delle nuove generazioni.

 

Enrico Rosolino

Enrico Rosolino apre il suo cuore al mondo delle arti alla tenera età di 2 anni, allorquando assiste alla proiezione cinematografica del lungometraggio animato di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani. Ha inizio così un lungo percorso di scoperta e apprendimento nel variegato e sfaccettato mondo delle arti. Da piccolissimo si appassiona alla recitazione. Negli studi pone molta enfasi e impegno nelle materie umanistiche e, dunque, sceglie un liceo Classico. Durante l'adolescenza si diletta nella lettura ed interpretazione -a voce alta- dei classici greci. A 15 anni si avvicina concretamente al mondo della danza. Prende lezioni di balletto classico per 12 anni, e ad anni alterni segue dei corsi di danza moderna e contemporanea. L'arte coreutica diviene la sua più grande passione e territorio prolifico di ricerca. Si laurea allo STAMS di Palermo, e si specializza al DAMS di Bologna. Nel capoluogo emiliano affina e porta a più completa maturazione le sue conoscenze e il suo senso estetico e critico d'ambito teatrale. Viaggia molto, visita Parigi, New York, Londra, Barcellona, Copenaghen, Boston, Atene e molte altre città del mondo godendo di un approccio diretto e sentimentale con le di loro bellezze artistiche e culturali. Vive attualmente a Palermo e coltiva moltissimi interessi nei più svariati contesti. Da giugno del 2021 è iscritto nell'elenco dei giornalisti pubblicisti presso l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per Verve si occuperà della rubrica dedicata al Teatro, alla cultura, e agli eventi dal vivo.

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