Leggero, non pretenzioso, proporzionatamente satirico: Il vegetale, debutto su grande schermo di Rovazzi non è malvagio. E ci sono dei validi comprimari.
Italia, 2018 – di Gennaro Nunziante con Fabio Rovazzi, Luca Zingaretti, Ninni Bruschetta, Paola Calliari, Rosy Franzese, Alessio Giannone, Katia Mironova, Barbara D’Urso
Commedia schematica, gentile (produce la Disney…), abile nel mettere in scala – nemmeno poi tanto – gli odierni problemi occupazionali, strappando più d’un sorriso e regalando alla web star Rovazzi, sottotono come si conviene (checché ne dicano frettolosi opinionisti), il suo primo ruolo al cinema (salto vertiginoso, per qualche youtuber rovinoso). Soprattutto, tralasciando i numeri (giocoforza inferiori), potrebbe trattarsi della sommessa dimostrazione che il regista/sceneggiatore Nunziante non ha bisogno del Panzer Zalone per ottenere dei buoni risultati (del contrario ci permettiamo di dubitare).
Protagonista un giovanotto iper-qualificato – sospinto dalla volontà, limitato dalla fiducia, ammette subito e non casualmente – assunto per fare inizialmente volantinaggio pubblicitario (geniale la scena del citofono) e dopo, per un insperato “avanzamento di carriera”, il raccoglitore di pomodori. È la scusa per uno spiritoso viaggio di superficie (l’ennesimo, d’accordo) fra precariato, sfruttamento, immigrazione. Corrobora il discorso un prezioso “ostacolo”: la spontanea (e di certo non ereditaria) onestà del ragazzo, costretto a badare alla viziata sorellina (Franzese) e a liquidare la disastrata azienda del padre traffichino (l’irresistibile Bruschetta) quando questi finisce in coma.
Dotato di un titolo a triplo senso, il film si avvale, oltre che di un sereno Zingaretti, della graziosa Calliari di the_startup, dell’indolente Giannone e perfino di un’incredibilmente autoironica D’Urso (da quanto non recitava?!) as herself.