Home / CULTURA / Il Caravaggio Rubato, una Prima Assoluta al Teatro Massimo

Il Caravaggio Rubato, una Prima Assoluta al Teatro Massimo

Il Caravaggio Rubato è un percorso d’indagine intuitivo, che si palesa per mezzo di una sinestesia d’arti recante un ipnotico divenire, solo in apparenza retorico.

 

 

battaglia-bolzoni-sollimaIl Caravaggio Rubato è un’Opera-concerto che nasce dalla solerte propositività del Teatro Massimo, ormai divenuto committente prestigioso e illuminato dell’evolversi artistico della città di Palermo. Si vuol narrare del furto (avvenuto nel 1969 presumibilmente per mano della Mafia) della splendida tela caravaggesca raffigurante La Natività: il misfatto è contemplato, ma le motivazioni della sua bruttura non vengono approfondite. Ci si sofferma, piuttosto, sulla crudeltà di un gesto criminale che ha lasciato un immenso tragico vuoto, un dissesto nell’universo dell’arte, una ferita nell’anima di Palermo.

Coinvolti sulla scena sono il bell’ingegno e l’arte di tre noti artisti siciliani -il violoncellista e compositore Giovanni Sollima, la fotografa Letizia Battaglia e il giornalista e scrittore Attilio Bolzoni- amalgamati dall’agire immanente e concettuale della  talentuosa regista Cecilia Ligorio e del virtuoso video maker Igor Renzetti.

PALERMO 03.03.2016 - GIOVANNI SOLLIMA PROVA IL CARAVAGGIO RUBATO. © FRANCO LANNINO/ STUDIO CAMERA

Il Caravaggio Rubato viene pianto dalla musica di Sollima; essa fluttua su una partitura bipartita in piani percettivi, concentrici e compenetranti, l’assenza ed il vuoto, fissandosi poi su di un tema mnemonico, il Gloria del compositore medioevale Guillaume de Machaut (magistralmente interpretato dal Coro del Massimo), che la rende materiale e vibrante. Le sonorità, in un secondo tempo, si allargano e la musica, come per osmosi, crea dei sistemi di variazione che si rincorrono, incatenandosi a ritmi sincopati in rapida successione -come spari di una mitragliatrice-  ed evaporando, infine, nell’astratto maestoso.  E’ concesso, dunque, agli ascoltatori il privilegio di un’interpretazione libera di ciò che l’orecchio fruisce.

Le immagini di Letizia Battaglia non raccontano la storia de Il Caravaggio Rubato, ma si fanno interpreti di ciò che intorno a quell’Opera c’era, il tessuto sociale e i luoghi; sono fotografie poetiche che non esprimono violenza ma dolore e che vengono manipolate, facendosi nuova epifania di dettagli e percezioni, nel montaggio di Renzetti.

Il testo di Bolzoni (che declama con la sua voce limpida e non attorialmente costruita) ha la forma di un oratorio lungo, viscerale e a tratti immaginifico che sguscia tra le figure ritratte nel quadro: c’è la nascita (che risponde alla domanda voluta dalla regista Ligorio “cosa vuol dire nascere a Palermo?“), ci sono i testimoni dell’evento (testimoni oculari,talvolta inascoltati), c’è il luogo (la stalla, la Palermo complicata e amabile, attraversata dalla memoria di chi l’ha vissuta e dalla sorpresa di chi vi si trova per la prima volta) e l’Angelo -vero punto focale della tela- figura aerea e metafora di agognate speranze. Conclude l’incastro di testo e regia il bambino Gesù, un neonato già magnifico nella sua tenera umanità e che racchiude in se il senso recondito della stessa città panormita ovvero quel melange d’irruenza, tipico della tragedia, e di ardente desiderio di rinnovamento ,proprio della vita e dunque della bontà dei sogni e della forza dei fatti.

FOTOSPETTACOLO3-1982. Vicino la Chiesa di Santa Chiara. Il gioco del killer2Ci si trova dinnanzi ad un percorso d’indagine intuitivo, che si palesa per mezzo di una sinestesia d’arti recante un ipnotico divenire, solo in apparenza retorico. Lo spettacolo dà voce al mondo siculo tutto con trasporto e saggezza, confinando nell’ombra ogni vilipendio e facendo leva su un irrinunciabile domanda “Perché?”. Il commiato alla pregiatissima tela del Caravaggio si collega a Letizia Battaglia come instancabile fautrice di immagini, e di riflesso al suo perpetrare l’amore per queste.

L’opera-concerto rientra nell’ambito delle celebrazioni per gli ottantuno anni di Letizia Battaglia ed il 5 marzo (stesso giorno della Prima de Il Caravaggio Rubato) è stata prevista anche l’inaugurazione di una grande mostra chiamata “Anthologia”, voluta dal sindaco Leoluca Orlando e promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune in collaborazione con la Fondazione Sambuca allo Spazio Zac dei Cantieri culturali alla Zisa, quale omaggio alla sua carriera. Leoluca Orlando ha nominato, inoltre, Letizia Battaglia direttore artistico di detto centroCosì ha esordito Letizia Battaglia in conferenza stampa: “FaccioNativita_con_i_santi_Francesco_e_Lorenzo appello al Comune perché il Centro internazionale di Fotografia possa essere inaugurato al più presto. Dopo questa grande mostra non farò più la fotografa, ma voglio dedicarmi a quello spazio, non voglio morire prima che sia completato. Uno spazio che non sarà soltanto dedicato alla fotografia, ma dove ci si incontrerà per stare bene e per esprimere il proprio talento. Uno spazio per la poesia e per l’arte”.

Ancora una replica dello spettacolo domenica 6 Marzo alle 17:30.

Enrico Rosolino

Enrico Rosolino apre il suo cuore al mondo delle arti alla tenera età di 2 anni, allorquando assiste alla proiezione cinematografica del lungometraggio animato di Walt Disney, Biancaneve e i sette nani. Ha inizio così un lungo percorso di scoperta e apprendimento nel variegato e sfaccettato mondo delle arti. Da piccolissimo si appassiona alla recitazione. Negli studi pone molta enfasi e impegno nelle materie umanistiche e, dunque, sceglie un liceo Classico. Durante l'adolescenza si diletta nella lettura ed interpretazione -a voce alta- dei classici greci. A 15 anni si avvicina concretamente al mondo della danza. Prende lezioni di balletto classico per 12 anni, e ad anni alterni segue dei corsi di danza moderna e contemporanea. L'arte coreutica diviene la sua più grande passione e territorio prolifico di ricerca. Si laurea allo STAMS di Palermo, e si specializza al DAMS di Bologna. Nel capoluogo emiliano affina e porta a più completa maturazione le sue conoscenze e il suo senso estetico e critico d'ambito teatrale. Viaggia molto, visita Parigi, New York, Londra, Barcellona, Copenaghen, Boston, Atene e molte altre città del mondo godendo di un approccio diretto e sentimentale con le di loro bellezze artistiche e culturali. Vive attualmente a Palermo e coltiva moltissimi interessi nei più svariati contesti. Da giugno del 2021 è iscritto nell'elenco dei giornalisti pubblicisti presso l'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, per Verve si occuperà della rubrica dedicata al Teatro, alla cultura, e agli eventi dal vivo.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*