Chiude con Fernando Roldàn Ferrer ed il duo Belhanche/Maydat il Festival di danza contemporanea ConFormazioni.
La serata del 29 Aprile ha visto, presso il piccolo teatro Patafisico di via La Loggia, le ultime due esibizioni inserite nel programma del Festival ConFormazioni. Ad aprire il pomeriggio la performance coreutica del danzatore spagnolo Fernando Roldàn Ferrer (già interno alla compagnia di Roberto Zappalà, in assolo per l’occasione) dal titolo Haeresis *.
A seguire lo straordinario duo francese formato da Clément Belhanche e Caroline Maydat con il luminoso dramma coreutico-burlesco Deux Rien. Due differentissime forme di approccio all’idea artistica di movimento, ravvicinate e poste in confronto.
Fernando Roldàn Ferrer scava nei meandri del giudizio e pregiudizio sociale. Con sguardo profondo e minaccioso rivolto al pubblico, il danzatore vaga per il palcoscenico. Una mazza da baseball roteante è adoperata come corpo contundente contro fantasmatiche figure d’aria. Il danzatore è un giovane idolo di bronzo e d’argento, conscio della propria ferina ambiguità e disposto a tutto pur di preservarla.
Il giudizio altrui avvolge Roldàn Ferrer nell’oscurità, nella gravità, nella fisica stessa relativa alla materia. Egli la combatte strenuamente a mezzo del vigore fisico. Si contorce fuggevole, vortica sulla schiena ed i gomiti, contrasta forze uguali e contrarie su braccia e gambe solide e potenti.
La performance è decisamente corporea, sostenuta da una perfetta tecnica nonché da un ferreo autocontrollo accademico. Lavoro innegabilmente affascinante, seppur non totalmente compiuto e maturo dal punto di vista teorico espressivo. In questo Haeresis* c’è del potenziale inespresso. Una creazione non totalmente riuscita.
Segue il duo Clément Belhanche e Caroline Maydat della compagnia parigina Comme Si. Sulla scena un gioiellino di forte gusto francese e dalla teatralità poliedrica e polisemantica.
Belhanche e la Maydat sono due ilari, lievi, poetici saltimbanchi. Essi si risvegliano, come da un riposino pomeridiano, e cominciano ad interagire teneri e sfacciati, rappresentando il loro qui e adesso via via drammatico, giocoso, conflittuale, sentimentale. Sui loro corpi mimici, eppur tonici e guizzanti, si compongono marionette, giocattoli a molla, Divi del cinema muto e figurine danzanti di un carillon.
Nelle loro azioni c’è la grazia allegra dell’infanzia, il dolore della morte come principio di un vuoto, la corrispondenza dispettosa generosa e sonora d’amorosi sensi. C’è tutto e il suo contrario, ma ben amalgamati come colori su una tela.
Deux Rien letteralmente è una diade che vale meno di nulla. Equivale invero ad una coppia di coinvolgenti esseri, umani e fatati, che del loro piccolo mondo genuino fantasioso e certo (tutto concentrato su una panca) fanno un elemento di sopravvivenza e di spirito nel turbinio della realtà. E’ un successo! Lunghissimi applausi e ben 4 le chiamate alla ribalta. Il festival ConFormazioni trova nella lirica magnifica creatività dei due artisti francesi la chiusura perfetta, in grande stile.