Affascinante mostra d’arte allo Spazio Out del Museo Riso. Un mondo organico appartenente alla microbiologia si fonde con il tessuto del filo per dar vita alle sculture di Grazia Inserillo.
Martedì 4 ottobre presso la Cappella dell’Incoronazione, Spazio ‘Out’ del Museo Riso, è stata inaugurata la prima mostra personale della giovane artista palermitana, Grazia Inserillo, dal titolo Micro e Macro Visioni.
In uno spazio così stimolante e raccolto, l’artista ha saputo sfruttare tutto il fascino della cappella creando, così, un’atmosfera davvero suggestiva ed incantevole, il cui unico e vero protagonista è il filo.
Micro e Macro, un mondo organico appartenente alla microbiologia, che la Inserillo dice di fondere con il proprio vissuto attraverso il filo: “ Una generazione di sarti e pescatori che ho voluto raccontare attraverso l’arte del tessere, riflettendo anche sul concetto di abitare e fare spazio”, ha detto durante l’inaugurazione della mostra, presentata da Gianna Di Piazza.
Una scultrice formatasi presso la Scuola di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, in grado di ampliare l’idea stessa di scultura, grazie alle qualità tattili ed organiche del filo, alla capacità di ottenere delle forme, una storia e delle emozioni da raccontare proprio grazie al filo, quello stesso che Arianna diede a Teseo per segnare la strada percorsa all’interno del labirinto di Cnosso, in modo da trovarne facilmente l’uscita. O ancora, quello stesso filo più comunemente utilizzato nell’arte sartoriale o marinara, e non solo, per tessere la quotidianità.
Così, Grazia Inserillo tesse i luoghi in cui é nata e cresciuta, le tradizioni che l’hanno formata e gli affetti che l’hanno coccolata, indagando sulle radici e l’abitare, ovvero la sua storia; sul concetto di fare, creare e determinare spazio.
Entrando nella cappella, si viene investiti da piacevoli emozioni di stupore e meraviglia nel vedere un grande arazzo di colore rosso grande 2 metri, che lascia davvero senza fiato i visitatori. Infatti, ‘Origine del mondo’ è l’opera cardine di tutta la mostra, da cui si trae anche il nome: una macro visione di una piccola cellula che dà origine ad un mondo viscerale, libero di essere interpretato in base al proprio vissuto. Asimmetrico ma bilanciato, con un gioco di luci ed ombre che dal centro, il cuore dell’arazzo, si espande verso l’esterno come due grandi ventagli che si uniscono.
Tra le presenze di spicco che hanno partecipato alla mostra, anche gli artisti e docenti palermitani Giuseppe Agnello, Daniele Franzella e Toni Romanelli che, con grande orgoglio, hanno assistito alla prima mostra personale di quella alunna che, tra i banchi dell’Accademia, mostrava già grandi qualità e capacità artistiche. Inoltre, sono stati proprio i fondatori dell’Osservatorio AABB Palermo, Daniela Bigi, Gianna di Piazza, Toni Romanelli, con Giuseppe Agnello a scegliere, con successo, di mostrare proprio le sue opere fra quelle di tanti giovani artisti palermitani.