I primi film dell’anno si segnalano già per la varietà dei generi, così da richiamare ogni tipo di pubblico.
Mélo di matrice letteraria calato negli anni ’50, Carol – dal nome del personaggio di Cate Blanchett – è diretto da Todd Haynes e racconta l’attrazione proibita dalle convenzioni tra un’elegante signora e una ragazza (Rooney Mara) che sbarca momentaneamente il lunario lavorando in un grande magazzino. Di sentimenti, ma con un timbro più aereo, parla pure Laura Morante in Assolo, sua seconda regia (ma non rinuncia a recitarvi, insieme a sua figlia Eugenia Costantini, ai giovani Giovanni Anzaldo e Filippo Tirabassi e a un cast importante che comprende ben due Finocchiaro, Angela e Donatella, oltre ad Alberti, Crescentini, Giallini, Wilson, Fassari, Pannofino, Grimalda, Degli Esposti e Pesce). Storia di una donna simpaticamente insicura e doppiamente divorziata che cerca di andar d’accordo con le nuove compagne degli ex-mariti. Respiro maggiormente epico per l’adattamento di Macbeth firmato da Justin Kurzel: il valoroso generale shakespeariano che, complice l’ambizione della moglie (qui Marion Cotillard), soccombe alle proprie mire ha il volto di Michael Fassbender; ruoli per Thewlis, Debicki e Considine. Questi titoli circolano già da martedì 5, in tempo per l’Epifania; da giovedì 7 si aggiungono The Vatican Tapes e La grande scommessa. Uno è stato realizzato da Mark Neveldine (che ha guidato Olivia Taylor Dudley e Michael Peña, più Kathleen Robertson, Michael Paré, Djimon Hounsou, Alison Lohman, Dougray Scott) e narra della giovane vittima di una subdola possessione demoniaca; l’altro ha come mattatori Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling e Brad Pitt (coordinati da Adam McKay) alle prese con il periodo che ha preceduto la crisi economica mondiale, investitori il cui cinismo confinò con la speculazione. Con le gentili partecipazioni di Tomei, Leo, Gillan.