Atmosfere natalizie opposte a tragicommedie familiari. Avviene al cinema…
Iniziamo dai film con vacanze invernali sullo sfondo. Non c’è più religione di Luca Miniero riunisce Claudio Bisio, Alessandro Gassmann e Angela Finocchiaro e narra di un’isoletta che ha grosse difficoltà nell’allestimento del tradizionale presepe vivente, tra approssimazioni e compromessi fra culti diversi. Lo scarto di armonia aumenta in due film americani semi-provocatorî: La festa prima delle feste, diretto da Josh Gordon e Will Speck, e Babbo Bastardo 2, per la regia di Mark Waters. Il primo – con, fra i tanti, Jason Bateman e Jennifer Aniston – descrive un disastroso party organizzato in ufficio da un amministratore delegato in odor di licenziamento che vuole ingraziarsi un cliente; il secondo è il sequel delle avventure criminali dell’ubriacone Billy Bob Thornton, che da un lato rincontra il socio Tony Cox e il ragazzino cresciuto Brett Kelly (nonché la madre più carogna di lui Kathy Bates), dall’altro resta ammaliato dalla direttrice dell’ente di beneficienza che vuol rapinare (Christina Hendricks). Riunione parentale anche in È solo la fine del mondo di Xavier Dolan, dove Gaspard Ulliel torna dopo lunga assenza fra i suoi cari (Nathalie Baye, Marion Cotillard, Vincent Cassel, Léa Seydoux) con una segreta brutta notizia. Poi, un rapporto padre-figlia è centrale in Una vita da gatto di Barry Sonnenfeld, in cui Kevin Spacey, sposato con Jennifer Garner, è un arido milionario mutato in micio da Christopher Walken. Viggo Mortensen è invece genitore di sei creature in Captain Fantastic (di Matt Ross): ha insegnato loro a vivere nella natura, ma il mondo esterno è faccenda differente. Naomi Watts, infine, è madre di un disabile (per un tremendo incidente) nell’horror Shut In di Farren Blackburn, con Oliver Platt; psicologa infantile, la donna indaga sulla scomparsa del piccolo Jacob Tremblay.