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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 4 febbraio 2016

ppz_pride+prejudice+zombiesFebbraio al cinema esordisce con dei personaggi che non intendono lasciarsi sopraffare.

Partiamo dalla fantascienza di matrice letteraria (moderna): La quinta onda di J Blakeson con Chloë Grace Moretz descrive una Terra invasa dagli alieni e il senso di protezione di una ragazza nei confronti del fratellino. Invece, sguardo al passato (all’origine ancora un romanzo, sebbene “deformato”) ma analoga “infestazione” per Burr Steers e il suo PPZ – Pride + Prejudice + Zombies, interpretato da Lily James, Sam Riley, Douglas Booth: un’invasione di morti viventi nell’Inghilterra ottocentesca costringe le sorelle Bennet a difendersi, menando le mani o brandendo le armi. Rimane posto per il romanticismo? Stesso secolo, ambientazione e assedio diversi nel western di Quentin Tarantino The Hateful Eight, dove, sullo sfondo di un rigido inverno, assistiamo alla contesa per una taglia (la condannata è Jennifer Jason Leigh) fra sette uomini: Kurt Russell, Samuel L. Jackson, Walton Goggins, Tim Roth, Demián Bichir, Michael Madsen e Bruce Dern. Al paesaggio innevato potremmo allacciare facilmente il cartoon digitale Il viaggio di Norm di Trevor Wall, dato che l’orso bianco protagonista viene dal Polo Nord e si reca negli USA per fermare una speculazione edilizia; però quanto a sentenze di morte è possibile anche collegarsi a Remember di Atom Egoyan, che narra la vendetta dell’anziano Christopher Plummer, aiutato da Martin Landau e intenzionato a punire il nazista che sterminò la sua famiglia 70 anni prima. Periodi violenti sono rievocati pure da J.C. Chandor, che dirige Oscar Isaac (affarista immigrato alle prese con il crimine) e Jessica Chastain in 1981: Indagine a New York. Claudio Botosso e Desirée Noferini hanno altri tipi di conflitti in Seconda primavera di Francesco Calogero, incentrato su un architetto che ravvisa in una giovane marocchina una somiglianza con la moglie defunta.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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