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Film al cinema. Le uscite del 30 marzo 2017

Mondo dell’adolescenza e motivi di conflitto al centro dei film al cinema della settimana. Che non sono pochi.

Parecchi italiani, da Claudio Amendola, che dirige e interpreta – con Luca Argentero, Valentina Bellè, Giacomo FerraraIl permesso – 48 ore fuori (quattro detenuti che, separatamente, cercano perdono o riscatto nei due giorni di libertà a loro disposizione) a Guido Chiesa, autore di Classe Z (con Andrea Pisani, Alessandro Preziosi, Antonio Catania), dove un gruppo di studenti svogliati è ghettizzato e lasciato al suo destino; da Max Croci, che ne La verità vi spiego sull’amore descrive il caos in cui piomba la mamma Ambra Angiolini – aiutata dalla sodale Carolina Crescentini – dopo essere stata abbandonata dal compagno Massimo Poggio (nel cast Pesce, De Sio ed Engleberth), a Max Nardari, regista de La mia famiglia a soqquadro (storia di un undicenne che vuol far dividere i suoi genitori per sentirsi uguale agli altri), con Marco Cocci, Bianca Nappi più Giorgi e Bruschetta. A parte gli americani 17 anni (e come uscirne vivi) di Kelly Fremon Craig (con Hailee Steinfeld, che rompe con la sua migliore amica, e Woody Harrelson) e Ghost in the Shell di Rupert Sanders (con Scarlett Johansson – attorniata da Takeshi Kitano e Juliette Binoche – nei panni futuristici di una cyber-poliziotta che deve sventare un complotto), restano solo film europei. Il viaggio – regia di Nick Hamm – racconta il vero avvicinamento forzato (un percorso condiviso in auto) di due leader politici irlandesi (Timothy Spall e Colm Meaney); anche nel tedesco The Most Beautiful Day – Il giorno più bello i protagonisti (Matthias Schweinhöfer e Florian David Fitz, che dirige pure), entrambi malati, si spostano (verso l’Africa!), mentre nello spagnolo La vendetta di un uomo tranquillo, di Raúl Arévalo, l’ex-galeotto Luis Callejo apprende che la moglie Ruth Díaz ha iniziato a frequentare Antonio de la Torre.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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