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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 3 novembre 2016

non_si_ruba_a_casa_dei_ladriO si reagisce o si rimane schiacciati. Sembra il “mantra” dei film in arrivo…

Il primo a “tagliare il traguardo” (lunedì 31 ottobre, in tempo per il  ponte) è Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia, cartone digitale di Greg Tiernan e Conrad Vernon dal target adulto: si parla di alcuni prodotti da supermercato che scoprono a loro spese cosa accade quando si viene comperati. Ma c’è altra animazione con Kubo e la spada magica di Travis Knight. Un ragazzo cantastorie al centro della vicenda, costretto ad affrontare un potente spirito da lui stesso evocato. A parte un paio di thriller, ovvero il messicano Un mostro dalle mille teste di Rodrigo Plá (con il giovane Sebastián Aguirre in lotta con uno spietato sistema assicurativo) e lo statunitense La ragazza del treno – tratto dall’omonimo best seller – di Tate Taylor (con una Emily Blunt incline alla bottiglia che quotidianamente vede dal vagone su cui viaggia la coppia apparentemente perfetta Haley Bennett/Luke Evans), ci sono molti titoli italiani. La pelle dell’orso (diretto da Marco Segato, Marco Paolini protagonista) racconta di una caccia al plantigrado (per scommessa) nelle Dolomiti degli anni ’50. In bici senza sella è una commedia collettiva in sei episodi (con sette registi: Giovanni Battista Origo, Sole Tonnini, Gianluca Mangiasciutti, Matteo Giancaspro, Crisitan Iezzi, Chiara De Marchis, Francesco Dafano; Francesco Montanari è uno dei tanti interpreti) sul precariato in Italia, ma pure in 7 minuti di (e con) Michele Placido si parla di lavoro, focalizzando su un drammatico consiglio di fabbrica al femminile (vi partecipano Ambra Angiolini, Cristiana Capotondi, Fiorella Mannoia, Maria Nazionale, Violante Placido e Ottavia Piccolo). Toni di nuovo lievi per Non si ruba a casa dei ladri di Carlo Vanzina, con Vincenzo Salemme e Stefania Rocca impegnati a truffare i riccastri Massimo Ghini e Manuela Arcuri.

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Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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