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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 3 marzo 2016

Le nuove uscite al cinema della settimana selezionate dal nostro esperto critico cinematografico

roomRivolte giuste e sbagliate nei film della settimana. Leggendo le trame, categorizzare è facile.

Joel Edgerton, regista e interprete, con Rebecca Hall e Jason Bateman, di Regali da uno sconosciuto – The Gift, rincontra un conoscente che gli fece del male e attua una subdola vendetta. Quella a cui vanno incontro pure i gangster gemelli britannici Kray, realmente esistiti e con molti nemici, entrambi resi da Tom Hardy in Legend, nel quale Brian Helgeland dirige anche i comprimari Egerton, Browning, Thewlis, Eccleston. Il cast è il punto forte di un altro titolo biografico, Suffragette, dove Sarah Gavron, per raccontare il coraggioso movimento femminista che condusse le donne a ottenere il diritto di voto, ha a disposizione Mulligan, Bonham Carter e Streep, sebbene, per presenze attoriali riconfermate (Butler, Eckhart, Freeman, Bassett, Leo…), nemmeno Attacco al potere 2, incentrato sui funerali del premier inglese che rischiano di trasformarsi in una polveriera terroristica, stia messo male (regia di Babak Najafi). Meno mezzi per Room di Lenny Abrahamson (con Brie Larson, fresca di Oscar per questo ruolo, e il piccolo Jacob Tremblay), storia (in parte vera) di una madre costretta in una stanza senza finestre, che diventa il mondo intero per il suo figlioletto. Ulteriore infanzia singolare (e ancora una vicenda reale) in Marie Heurtin – Dal buio alla luce di Jean-Pierre Améris: una ragazzina sordocieca (Ariana Rivoire) è presa in custodia da un’amorevole suora (Isabelle Carré). La panoramica è chiusa dal cartoon messicano Pedro – Galletto coraggioso di Gabriel e Rodolfo Palacio Riva Alatriste (su un gallinaceo che si allena a boxare per salvare la sua fattoria), la commedia di Vito Cea con Uccio De Santis e Lorena Cacciatore Mi rifaccio il trullo (sulla convivenza forzata tra un muratore e una turista) e Urge di Riccardo Rodolfi, l’omonimo monologo teatrale di Bergonzoni.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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