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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 29 settembre 2016

cafe_societyUna settimana cinematografica tra vincoli e schiavitù, vere o figurate. E dalle varie tonalità.

Presenza italiana massiccia. Escono i lavori di Irene Dionisio (Le ultime cose), Max Croci (Al posto tuo), Edoardo De Angelis (Indivisibili) e Federica Di Giacomo (Liberami). Se il primo, con Fabrizio Falco e Roberto De Francesco, è uno spaccato sulla crisi vista attraverso gli occhi di un neo-assunto al banco dei pegni, il secondo, interpretato da Luca Argentero, Stefano Fresi e Ambra Angiolini, mette l’arrivismo carrieristico in commedia, raccontandoci lo scambio di vite imposto a un architetto e un geometra per guadagnarsi un ufficio di direttore creativo; gli altri sono rispettivamente un dramma su due gemelle siamesi cantanti (Angela e Marianna Fontana) che decidono di dividersi e sottrarsi allo sfruttamento della loro immagine e un documentario sulle sussistenti pratiche esorcistiche. Punta alla spettacolarità Ben-Hur, remake di Timur Bekmambetov del celebre kolossal, protagonista un nobile giudeo (Jack Huston) avversato dal fratello adottivo (Toby Kebbell), ufficiale romano; Morgan Freeman è la guest star. Spirito avventuroso pure per Abel – Il figlio del vento di Gerardo Olivares e Otmar Penker, con Manuel Camacho (ragazzino trascurato che si riscatta aiutando un aquilotto), Tobias Moretti e Jean Reno, mentre The Assassin di Hou Hsiao-hsien illustra il dilemma di una donna (Shu Qi) incaricata di uccidere il ribelle che ama nella Cina del IX secolo. Chiudiamo con i sorrisi. Se permetti non parlarmi di bambini! di Ariel Winograd narra le tribolazioni di un divorziato (Diego Peretti) che nasconde alla sua nuova fiamma (Maribel Verdú) di essere padre. Invece Café Society di Woody Allen inquadra, tra VIP e gangster, le vicissitudini nella Hollywood degli anni ’30 di un giovanotto in cerca di fortuna (Jessie Eisenberg); nel cast Kristen Stewart, Steve Carell, Blake Lively.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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