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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 28 gennaio 2016

joyAscese incredibili sul grande schermo, questa settimana. Ognuna con il proprio tono.

In anticipo, nel Giorno della Memoria (mercoledì 27), esce Una volta nella vita (ispirato a una vicenda reale) di Marie-Castille Mention-Schaar, nel quale la professoressa Ariane Ascaride, insegnante in un liceo della periferia parigina, decide di richiamare l’attenzione della sua classe multietnica e turbolenta sull’Olocausto. Stessa data di arrivo per Point Break, ardito remake del noto action del ’91. Al megafono stavolta c’è Ericson Core, ai suoi ordini recitano (e saltano) Édgar Ramírez (che ha una parte pure nel titolo successivo) e Luke Bracey, attorniati da Teresa Palmer, Delroy Lindo e Ray Winstone. La trama è la stessa: un gruppo di amanti degli sport estremi è sospettato di aver messo a segno alcuni colpi e un giovane agente dell’FBI vi si infiltra per capire se è vero e perché. Analoga forza di volontà mostra Jennifer Lawrence alias Joy nell’omonimo lavoro (anch’esso discendente da fatti accaduti) di David O. Russell, il quale schiera altre sue vecchie conoscenze (Bradley Cooper, Robert De Niro), oltre a Diane Ladd, Isabella Rossellini e Virginia Madsen. Una volitiva imprenditrice (arricchita dal lancio di una scopa speciale), gli affari, la sua famiglia. Qualcosa di losco si aggira inoltre nel plot di L’abbiamo fatta grossa, in cui Carlo Verdone dirige e affianca Antonio Albanese. Un investigatore inetto, un attore provato dalla separazione dalla moglie che lo assume per seguire la fedifraga, una valigetta piena di quattrini… Dedicata ai più piccini un’ulteriore, avventurosa “missione” animata (in modo classico): Doraemon – Il film: Nobita e gli eroi dello spazio (di Yoshihiro Osugi) prende il nome da una serie tv che appassiona il padroncino del gatto-robot e i suoi amici, tanto che tenteranno insieme di riprodurla in una messinscena che supererà le loro aspettative.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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