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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 26 maggio 2016

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Al cinema c’è chi sogna, chi si barcamena e chi si difende. I primi due escono già mercoledì 25.

Si tratta dell’horror Somnia di Mike Flanagan (con Kate Bosworth e il piccolo Jacob Tremblay) e del sequel fantasy Alice attraverso lo specchio di James Bobin (con Wasikowska, Depp, Bonham Carter, Hathaway e Baron Cohen). Se uno racconta i sogni (anche minacciosi) di un bimbo adottato che invadono la realtà, l’altro torna nel Paese delle Meraviglie in soccorso di un depresso Cappellaio Matto. Poi arrivano Julieta (con Emma Suárez e Adriana Ugarte dirette da Pedro Almodóvar), storia di una donna che scrive una lunga confessione alla figlia persa di vista, e Pelé (con Kevin de Paula ma anche D’Onofrio e Meaney guidati da Jeff e Michael Zimbalist), biografia del noto calciatore che, nato in povertà, entrò giovanissimo nella nazionale brasiliana portandola alla Coppa del Mondo. Più tragiche (e ancor riferite alla realtà) le vicende di Tangerines – Mandarini di Zaza Urushadze (con Lembit Ulfsak ed Elmo Lüganen) e Colonia di Florian Gallenberger (con Emma Watson, Daniel Brühl e Michael Nyqvist), incentrati rispettivamente su due contadini che durante il conflitto tra Georgia e Abcasia soccorrono due soldati feriti (nemici tra loro) e su una ragazza che cerca il fidanzato, sparito dopo il golpe in Cile e probabilmente recluso in una comunità che non è quel che sembra. Atmosfere da thriller aleggiano pure ne Il traduttore di Massimo Natale, con l’umile linguista rumeno Kamil Kula incaricato dall’antiquaria Gerini di decifrare il diario del marito tedesco scomparso, mentre Fiore è un dramma di Claudio Giovannesi (con Daphne Scoccia, Josciua Algeri e Mastandrea) su un amore giovanile in galera. Alleggerisce Caterina Carone, che in Fräulein – Una fiaba d’inverno (con Lucia Mascino e Christian De Sica) narra il “tempestoso” incontro tra un’ombrosa albergatrice e un lunare turista.

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Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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