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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 24 ottobre 2019

Frangenti e racconti spaventosi, coppie bene o male assortite, bisogno d’affetto, competitività… I temi dei film in uscita prendono diverse direzioni.

Gli arrivi al cinema s’incentrano sui legami. Non solo affettivi.

Iniziamo dal nuovo capitolo di One Piece: Stampede – Il film, diretto da Takashi Otsuka. L’anime illustra un convegno di pirati con ghiotta posta in palio sventolata dall’ambiguo organizzatore. Coralità più composta per il lungometraggio della serie Downton Abbey concepito per il grande schermo da Michael Engler. Tornano Hugh Bonneville, Maggie Smith e i vari componenti della nobile casata britannica degli anni ’20, in subbuglio per una visita regale nella loro blasonata magione.

Nuclei familiari particolari in Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores e Sole di Carlo Sironi. Nel primo Santamaria, musicista girovago, scopre la paternità durante un tour nel quale si è intrufolato lo sconociuto figlio sedicenne autistico (Giulio Pranno), sulle cui tracce si mettono la madre e il compagno (Golino e Abatantuono); nel secondo la giovane polacca Sandra Drzymalska si reca in Italia e finge che la creatura che porta in grembo sia del truffaldino coetaneo Claudio Segaluscio (suo zio vuol comprarla!), ma…

Nasce in maniera più classica il rapporto tra Luna Wedler e il modello Jannik Schümann in Vicino all’orizzonte (di Tim Trachte), però la situazione di quest’ultimo adombra il futuro. Anche quello di Yannis Drakopoulos – in Miserere di Babis Makridis – pare compromesso: la consorte è in coma e lui è consolato dal prossimo; condizione che lo vizia…

Dal grottesco agli horror Finché morte non ci separi e Scary Stories to Tell in the Dark. Uno, di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, vede la neo-sposa Samara Weaving al centro d’una curiosa tradizione imposta dai parenti giocherelloni del marito (un nascondino… mortale); l’altro, per la regia di André Øvredal, inquadra una cittadina americana nel ’68, quando Zoe Colletti e i suoi amici trovano un manoscritto con racconti paurosi che s’avverano.

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Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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