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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 23 giugno 2016

the_conjuring_il_caso_enfieldSettimana affollata al cine. Con persone e ricordi da salvare.

In sala già mercoledì 22 I miei giorni più belli di Arnaud Desplechin, con il fedele Mathieu Amalric che ripercorre la propria movimentata vita; tra l’altro, anche Segreti di famiglia di Joachim Trier ricostruisce un’esistenza, quella della fotografa di guerra Huppert attraverso la memoria del marito Byrne e del figlio Eisenberg. Nostalgico è inoltre Cinque tequila (di Jack Zagha Kababie) dove gli ottantenni messicani José Carlos Ruiz, Eduardo Manzano e Luis Bayardo viaggiano per onorare una promessa. Stessa nazionalità e simile spirito on the road per Güeros (di Alonso Ruiz Palacios), in cui i fratelli Sebastián Aguirre e Tenoch Huerta vogliono far visita a una morente rockstar. Vanno invece verso casa i piccoli protagonisti del cartoon La canzone del mare, basato sul folklore irlandese (dirige Tomm Moore). Cambiamenti differenti nell’iraniano Un mercoledì di maggio di Vahid Jalilvand (con Niki Karimi che risponde a un accattivante annuncio) e Jem e le Holograms (di Jon M. Chu), nel quale Aubrey Peeples e le sue sorelle grazie a YouTube diventano cantanti famose. Al contrario, sta immobile Pascal Elbé, soldato francese bloccato da una mina innescata nel deserto afghano in Passo falso (di Yannick Saillet). Nuovo caso per i coniugi esperti di esoterismo Patrick Wilson e Vera Farmiga in The Conjuring – Il caso Enfield, ancora di James Wan, mentre Garry Marshall reitera la formula “storie incrociate in ricorrenza con attori noti” (Aniston, Roberts, Hudson, Sudeikis) in Mother’s Day. Molte vicende perfino in Kiki & i segreti del sesso di Paco León (con Candela Peña), illustrante buffe perversioni. Dovrebbero poi arrivare un documentario di Carmine Amoroso d’argomento analogo, Porno & libertà (da venerdì 24) e il dramma di Salvo Cuccia Lo scambio, con il commissario Filippo Luna impegnato in un interrogatorio.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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