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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 23 dicembre 2015 e dell’1 gennaio 2016

frannyPer le feste arrivano pochi, strategici titoli. Spesso per pargoli, anche cresciuti.

Al netto degli eventi, mercoledì 23 escono soltanto due film. Uno è Alvin Superstar – Nessuno ci può fermare: a dirigere il quarto capitolo delle avventure dei canterini Chipmunks (gli scoiattoli pasticcioni animati in computer graphics che tanto fanno disperare il loro padrone Jason Lee, qui in procinto di sposarsi senza il “consenso” degli intraprendenti animaletti) è stato chiamato Walt Becker. L’altro è Franny, dal nome del filantropico personaggio interpretato da Richard Gere, milionario che prende a cuore la situazione della figlia di cari amici (Dakota Fanning) e di suo marito (Theo James); aiuti finanziari preziosi, ma motivati da un segreto… Regia di Andrew Renzi. Una parentela muove pure le signorine di Little Sister (Masami Nagasawa, Kaho, Haruka Ayase, Suzu Hirose) di Hirokazu Kore-eda, nelle sale dal 1º gennaio (così come i seguenti): tre sorelle ne accolgono una quarta adolescente (e di secondo letto) alla morte del padre, che ormai risiedeva lontano, in campagna. Un nuovo capitolo per la vita di tutte? Ancora giovanissimi protagonisti: tratto dalla famosa fiaba (ma dotato di una “cornice” concepita ad hoc), il cartoon digitale Il piccolo principe – che si avvale di uno stuolo di importanti doppiatori italiani – porta la firma di Mark Osborne e narra di una ragazzina che fa la conoscenza del suo nuovo vicino di casa, un vecchio aviatore che tanti anni prima incontrò un misterioso bambino viaggiatore. Parecchi spostamenti toccano poi a Checco Zalone in Quo Vado?, realizzato dal fedele Gennaro Nunziante. Per tenersi il posto fisso, un giovanotto esperto nello schivare ogni responsabilità accetta di essere trasferito ovunque decida una determinata dirigente. Con Eleonora Giovanardi, Sonia Bergamasco, Maurizio Micheli e Lino Banfi.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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