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Grandi Sche(r)mi – Uscite al cinema del 22 settembre 2016

Questa settimana al cinema si cavalcano i generi. E ve lo dimostriamo nelle prossime righe.

la_vita_possibileSi inizia con l’horror, anche perché il sequel Blair Witch di Adam Wingard (con James Allen McCune fra i giovani interpreti) è il primo a raggiungere gli schermi (mercoledì 21). Un gruppo di ragazzi, sollecitato dal fratello di una degli scomparsi nella lugubre foresta del Maryland nota per la presenza di una strega, cerca tracce sul posto. La commedia è presente in varie declinazioni: c’è Elvis & Nixon di Liza Johnson, in cui il famoso cantante (Michael Shannon) chiede al controverso presidente (Kevin Spacey) di diventare una spia (fatto in parte vero); poi Bridget Jones’s Baby di Sharon Maguire, in cui la simpatica e problematica zitella Renée Zellweger non sa se il figlio che porta in grembo è del “solito” Colin Firth oppure del neo-arrivato Patrick Dempsey; infine Prima di lunedì, diretto da Massimo Cappelli (con Vincenzo Salemme, Fabio Troiano, Martina Stella, Andrea Di Maria e Sandra Milo), parla di due amici che tamponano la persona sbagliata. Sul versante drammatico abbiamo Frantz di François Ozon (con Pierre Niney e Paula Beer uniti dal ricordo dell’amico/fidanzato morto durante la Grande Guerra) e La vita possibile di Ivano De Matteo, in cui Margherita Buy, in fuga con il figlio dal marito violento, si rifugia presso l’amica Valeria Golino. C’è perfino un western, con il remake di Antoine Fuqua de I magnifici sette. Chi sono stavolta i mercenari (assoldati dalle vittime del prepotente Peter Sarsgaard)? Denzel Washington, Chris Pratt, Ethan Hawke, Vincent D’Onofrio, Lee Byung-hun, Martin Sensmeier e Manuel García-Rulfo. Per concludere, due documentari: La teoria svedese dell’amore di Erik Gandini, che prova a dimostrare la tristezza implicita in una vita autonoma e sicura, e Spira mirabilis di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi, alla scoperta di disparate culture.

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Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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