Home / CULTURA / CINEMA / Grandi Sche(r)mi – Uscite del 22 ottobre 2015

Grandi Sche(r)mi – Uscite del 22 ottobre 2015

crimson_peakSi scherza e si fa sul serio al cinema. Contrapposizione su cui facciamo luce.

Un’idea da buontempone quella del funambolo Petit (qui Joseph Gordon-Levitt): tendere un cavo tra le Twin Towers e camminarci su. Robert Zemeckis ricostruisce la vera impresa e Charlotte Le Bon e Ben Kingsley sono fra i complici. Pensa solo al (video)gioco la star del web Favij, che si butta nell’avventura firmata da Ryan Travis, Game Therapy, fuga dalle responsabilità di alcuni studenti svogliati in direzione di un universo virtuale. Ilare – ma con venature malinconiche – è Io che amo solo te di Marco Ponti, nel quale i promessi Scamarcio e Chiatti rievocano indirettamente la “storia proibita” tra il padre di lui (Placido) e la madre di lei (Calzone). Partecipa a questo “romanzo pugliese” la Littizzetto. Di nozze parla pure (forse) Viva la sposa di e con Ascanio Celestini, crocevia tra personaggi bislacchi e frustrati (fra loro Rohrwacher). E il clima s’è fatto più impegnativo. Infatti c’è Jacques Audiard, vincitore a Cannes con il suo Dheepan – Una nuova vita; il titolo è il nome fittizio assunto dal protagonista (Jesuthasan Antonythasan), scappato dallo Sri Lanka in guerra alla volta della Francia con una finta moglie e un’orfana spacciata per figlia. Parte da un dramma anche Dark Places – Nei luoghi oscuri di Gilles Paquet-Brenner (con Theron e Hoult): donna sopravvissuta alla strage compiuta dal fratello è rintracciata dopo molti anni da degli appassionati di misteri… Altra tragedia domestica virata all’horror con Guillermo Del Toro, che dirige Wasikowska, Chastain e Hiddleston: in Crimson Peak un’aspirante scrittrice ottocentesca è turbata dalla sua magione inglese. Brutte rivelazioni private attendono inoltre Francesca Di Maggio ne La bugia bianca di Giovanni Virgilio, mentre il documentario The Wolfpack di Crystal Moselle inquadra una famiglia numerosa e cinefila mai uscita di casa.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*