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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 22 dicembre 2016

Figure femminili forti nei film che escono sotto le feste. Ma non esclusivamente.

In effetti Paterson (che dovrebbe arrivare con una settimana d’anticipo) è il nome del protagonista maschile (e della città in cui vive) del film di Jim Jarmusch interpretato da Adam Driver, un comune conducente d’autobus ammogliato (con Golshifteh Farahani) che compone poesie per hobby. Anche Il medico di campagna è un uomo (anche un po’ presuntuoso): François Cluzet, il quale però a sua volta non è molto in salute ed è affiancato dalla meno esperta (in quanto laureata da poco e abituata a esercitare in un ospedale cittadino) Marianne Denicourt; dirige Thomas Lilti. Inoltre c’è Lion – La strada verso casa, storia vera di un giovane indiano (Dev Patel) smarritosi quand’era bambino in terra natia (aveva preso un treno che lo aveva portato a Calcutta) e perciò adottato da una coppia australiana (Nicole Kidman e David Wenham); decide di risalire alle sue origini e alla stazione da cui era partito attraverso Internet. La regia è di Garth Davis, nel cast c’è Rooney Mara. E veniamo alle signore al centro della scena. Una si chiama Florence, ha le fattezze di Meryl Streep (guidata da Stephen Frears) e, nella New York del 1944, ama finanziare le iniziative legate alla musica classica, essendo ella stessa una cantante lirica; ma è stonatissima, e nessuno osa dirglielo, nemmeno il marito Hugh Grant. È una vicenda accaduta. C’è poi l’adolescente Vaiana, che nel cartoon digitale disneyano Oceania (di John Musker e Ron Clements) esplora il Pacifico in compagnia del semidio in crisi Maui, con l’intento di salvare il proprio popolo. Infine c’è Le stagioni di Louise, altro prodotto d’animazione (firmato dal francese Jean-François Laguionie) che racconta la storia di un’anziana rimasta da sola in una località balneare, tra i ricordi di una vita e le chiacchiere con un cane parlante. Buon Natale!

 

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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