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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 21 gennaio 2016

il_figlio_di_saulI protagonisti dei film in arrivo questa settimana hanno tutti degli scopi. Possibili, ardui o irraggiungibili.

Prendiamo Matteo Corradini, Luigi Di Capua e Luca Vecchi (quest’ultimo anche regista): in The Pills – Sempre meglio che lavorare (estensione dei loro sketches per il web) sono tre convinti fannulloni che intendono evitare come la peste l’impiego (nel cast Francesca Reggiani e Giancarlo Esposito). Jack Black, nella finzione scrittore di successo, vuole addirittura – con l’aiuto della figlia Odeya Rush e del nuovo vicino Dylan Minnette – rimettere dentro i suoi libri i mostri che lo hanno ispirato nel fantasy Piccoli brividi di Rob Letterman (nel cast Amy Ryan). Ancora leggerezza con Vincenzo Salemme e il suo Se mi lasci non vale, in cui recita a fianco di Paolo Calabresi, Tosca D’Aquino, Serena Autieri, Carlo Buccirosso e Carlo Giuffrè. Due uomini piantati dalle compagne si conoscono per caso e decidono di farle soffrire: l’uno conquisterà l’ex dell’altro ed entrambi le lasceranno senza pietà! Ben più doloroso il piano di Géza Röhrig ne Il figlio di Saul di László Nemes: ebreo costretto a lavorare nei forni crematori, quando trova un cadavere con le sembianze del suo rampollo si isola dagli altri per riuscire a dargli degna sepoltura. Desideri notoriamente realizzati per Steve Jobs (qui con le fattezze di Michael Fassbender): Danny Boyle inscena i momenti che hanno preceduto il lancio di tre suoi importanti prodotti. Con Kate Winslet, Seth Rogen, Jeff Daniels, Michael Stuhlbarg, Katherine Waterston. Molti più misteri avvolgono Ti guardo del venezuelano Lorenzo Vigas (vincitore a Venezia): responsabile di un’impresa di ortodonzia (Alfredo Castro) adesca un diciottenne (Luis Silva); i due celano dei segreti… Si punta solo alla celebrazione dell’Odin Teatret danese nel documentario Il paese dove gli alberi volano, diretto da Davide Barletti e Jacopo Quadri.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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