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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 19 novembre 2015

mr._holmesIn una settimana difficile, vicende ribelli al cinema. In varie forme.

Dobbiamo parlare, dicono i protagonisti del film di e con Sergio Rubini (che divide la scena con Isabella Ragonese, Fabrizio Bentivoglio e Maria Pia Calzone): una coppia scrittore/ghostwriter riceve l’inaspettata visita dell’amico chirurgo e di sua moglie, inviperita dai tradimenti. E mentre Filippo Nigro e Camilla Filippi reagiscono in maniera diversa al ritrovamento del figlioletto scomparso da cinque anni in In fondo al bosco di Stefano Lodovichi, Deneuve e Magimel, giudice e assistente sociale, cercano di arginare le intemperanze di un minore in A testa alta di Emmanuelle Bercot. Ancora un ragazzo osserva il più grande investigatore (ha il volto di Ian McKellen) a riposo, ma non del tutto, in Mr. Holmes – Il mistero del caso irrisolto di Bill Condon, così come c’è un adolescente (Andrea Amato) alla scoperta dei propri orientamenti al centro di Né Giulietta né Romeo, esordio dietro la macchina da presa di Veronica Pivetti (anche interprete). Di amori stagionali (pure animali) e di forestieri parla Benedikt Erlingsson in Storie di cavalli e di uomini (con Ingvar E. Sigurðsson); invece il classico Miss Julie (Liv Ullmann vi dirige Farrell e Chastain) tratta di sottili sopraffazioni di classe. Allo scontro aperto (contro il dittatore Donald Sutherland) vanno infine Jennifer Lawrence & C. in Hunger Games – Il canto della rivolta: Parte 2 di Francis Lawrence, e nel suo piccolo il truffatore Marco Giallini rompe gli schemi ordinari di Edoardo Leo in Loro chi? di Francesco Miccichè e Fabio Bonifacci. Di vera disillusione narra il semidocumentaristico Bella e perduta di Pietro Marcello, di utopia letteraria e speranza due cartoni (il primo, con Luca Lionello, lo è per metà): Fantasticherie di un passeggiatore solitario di Paolo Gaudio e Iqbal – Bambini senza paura di Babak Payami e Michel Fuzellier.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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