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Grandi Sche(r)mi – Uscite del 18 febbraio 2016

il_caso_spotlightEventi veri o decisamente esagerati in questo fine settimana cinematografico.

Cominciamo dalla realtà assoluta: il documentario di Gianfranco Rosi Fuocoammare, girato a Lampedusa, racconta le storie di migranti a volte di passaggio. Realmente avvenute le trame di The Danish Girl di Tom Hooper e Il caso Spotlight di Tom McCarthy. Uno, interpretato da Eddie Redmayne e Alicia Vikander (più Amber Heard, Ben Whishaw, Matthias Schoenaerts), illustra le vicissitudini di un uomo che, con il sostegno della moglie, vuol cambiare sesso nella Danimarca degli anni ’20; l’altro, che punta sulla coralità (il cast è formato da Michael Keaton, Liev Schreiber, Mark Ruffalo, Rachel McAdams, Brian d’Arcy James, John Slattery, Billy Crudup, Stanley Tucci), ricostruisce lo scandalo sulla pedofilia ecclesiastica scoperchiato dai giornalisti del Boston Globe nel 2002. Gli altri titoli intendono far sorridere. Onda su onda, in cui Rocco Papaleo (anche regista) divide la scena con Alessandro Gassmann (nonché con Luz Cipriota e Massimiliano Gallo) parla dell’amicizia tra un cantante e un cuoco diretti in nave a Montevideo per realizzare un progetto; il cartoon digitale disneyano Zootropolis (di Byron Howard e Rich Moore) mostra una città abitata solo da mammiferi antropomorfi e la cooperazione forzata (per un’indagine) tra una coniglietta agente di polizia e un volpone truffaldino; Cinquanta sbavature di nero, con Marlon Wayans e Kali Hawk guidati da Michael Tiddes, ha per chiaro obiettivo la parodia, e narra il rapporto “perverso” tra un riccone vizioso e una timida studentessa. Infine, il supereroe più scorretto di sempre: Deadpool (Ryan Reynolds, agli ordini di Tim Miller, così come Morena Baccarin e T.J. Miller), ovvero un ex-militare sfigurato che, per un esperimento illegale, diviene invincibile, e pure parecchio sarcastico…

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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