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Grandi Sche(r)mi – Uscite al cinema del 17 gennaio 2019

Settimana cinematografica irta di personaggi che prendono iniziative importanti. Tra avventura, dramma, storia, tensione, sorrisi e verità.

Le uscite al cinema invitano a non starsene con le mani in mano. Nella finzione e nella realtà.

Iniziamo dall’impresa della quattordicenne Daniah de Villiers in Mia e il leone bianco: cresciuta in Sudafrica insieme a uno splendido esemplare di felino, si oppone alla sua vendita. Nel cast Mélanie Laurent, dirige Gilles de Maistre. Produzione francese pure per il letterario La douleur di Emmanuel Finkiel, ambientato durante l’occupazione nazista. Mélanie Thierry milita nella Resistenza e avvia una pericolosa relazione con un collaborazionista di Vichy (Benoît Magimel) per salvare il marito deportato.

Ancora radici storiche in Maria regina di Scozia, per la regia di Josie Rourke, che illustra le famose tensioni tra Mary Stuart e la cugina Elisabetta I, indebitamente regnante anche sul suo territorio. Le sovrane sono interpretate rispettivamente da Saoirse Ronan e Margot Robbie, fra i comprimari figura Guy Pearce. Un conflitto – di matrice fumettistica – c’è inoltre in Glass, strana combinazione fra sequel, spin-off e crossover voluta da M. Night Shyamalan. Vi ritroviamo sotto esame (psichiatrico) l’indistruttibile Bruce Willis, il fragile (e malvagio) Samuel L. Jackson e l’imprevedibile James McAvoy, pervaso da tantissime personalità. Li esamina Sarah Paulson, si rivede Anya Taylor-Joy.

Aria di zuffa, poi, ne L’agenzia dei bugiardi, dove Volfango De Biasi inquadra il titolare d’una società che procura alibi (Giampaolo Morelli) e due suoi impiegati (Herbert Ballerina e Paolo Ruffini) alle prese con una situazione difficile: l’ignara neo-girlfriend del primo (Alessandra Mastronardi) non tollera le menzogne e suo padre (Massimo Ghini) è un loro cliente diviso tra moglie (Carla Signoris) e amante (Diana Del Bufalo). Si torna molto seri con il documentario di Daniele Gaglianone Dove bisogna stare, che mostra l’impegno concreto verso gli immigrati di alcune cittadine italiane.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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