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Cinema. Grandi Sche(r)mi – Uscite del 16 marzo 2017

Settimana d’amore e difesa al cinema. Spesso in compresenza. Ecco tutte le nuove uscite da non perdere

Partiamo dai sequels. John Wick capitolo 2 riporta nei panni dell’infallibile killer del titolo Keanu Reeves (attorniato di nuovo da John Leguizamo, Bridget Moynahan, Lance Reddick e Ian McShane, ai quali s’aggiungono Common, Ruby Rose e, dato che Roma fa da sfondo, i nostri Gerini e Scamarcio). Il protagonista osteggia un’organizzazione internazionale.

Confermato Chad Stahelski dietro la cinepresa. A “governare” quella dell’horror The Ring 3 si avvicenda invece F. Javier Gutiérrez, che narra di nuove vittime mietute dalla famigerata “videocassetta assassina” (nel cast Aimee Teegarden, Johnny Galecki, Matilda Lutz e Vincent D’Onofrio).

Alle atmosfere in parte gotiche si miscela lo stupore ne La Bella e la Bestia, versione in – sostanziale – live action di Bill Condon della celebre fiaba, con Emma Watson e Dan Stevens nei ruoli principali (anche qui i comprimari non son da meno: Kline, Evans, Gad, Thompson, McGregor, McKellen…). La trama è nota: coraggiosa ragazza rinuncia alla libertà per riscattare il padre, finito nelle segrete del castello di un non irrimediabilmente rabbuiato principe, tramutato da un incantesimo in imponente animale.

Sentimenti contrastati pure in Loving, vera vicenda di una coppia interrazziale della Virginia (Joel Edgerton e Ruth Negga) che, dopo le nozze, finì in tribunale. Ma lottò. Fra gli attori chiamati dal regista Jeff Nichols non poteva mancare Michael Shannon.

Si passa per altri drammi in Chi salverà le rose?, in cui Carlo Delle Piane torna a fare l’avvocato pokerista, stavolta alle prese con la malattia del compagno (Lando Buzzanca) e la rabbia della figlia (Caterina Murino); partecipa Philippe Leroy, dirige Cesare Furino.

Infine, la commedia: Un tirchio quasi perfetto vede Dany Boon in guisa di avaro maniacale, difetto da nascondere all’amata Laurence Arné. Firma Fred Cavayé.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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