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Grandi Sche(r)mi – Uscite al cinema del 16 maggio 2019

Tutti al cinema, tra film d’autore e commedie, action e horror, con qualche sguardo sulla società. Fra i divi in causa, Hathaway, Reeves e Banderas.

Settimana cinematografica che parla di legami, affettivi, parentali, amicali. E di lotte.

Giunge un giorno dopo gli altri (venerdì 17) Dolor y Gloria, in cui Pedro Almodóvar dirige Antonio Banderas, Asier Etxeandia e Penélope Cruz. La trama concerne un regista sofferente, tra bilanci esistenziali e incontri a distanza di decenni. Di amore, però familiare, tratta pure Quando eravamo fratelli, che Jeremiah Zagar incentra sui tre bimbi (Evan Rosado, Josiah Gabriel, Isaiah Kristian) d’una squinternata coppia mista (formata da Sheila Vand e Raúl Castillo) e sulla loro difficile crescita.

Si combatte per davvero nell’adrenalinico sequel di Chad Stahelski John Wick 3 – Parabellum: torna il killer di professione Reeves (con McShane, Fishburne e le new entries Halle Berry, Anjelica Huston e Mark Dacascos), scomunicato dal suo “club” e braccato dai “colleghi”, desiderosi di incassare una ricca taglia. I brividi aumentano con un secondo capitolo indipendente dal primo, Unfriended – Dark Web, un computer screen movie dove Stephen Susco (guidando Colin Woodell, Rebecca Rittenhouse, Betty Gabriel, Andrew Lees, Connor Del Rio, Savira Windyani e Stephanie Nogueras) inquadra un gruppo di ragazzi in videochat alle prese con un’oscura organizzazione.

Scontri più ironici per Anne Hathaway e Rebel Wilson, truffatrici di stile opposto in competizione in Attenti a quelle due di Chris Addison, mentre Mò Vi Mento – “Lira di Achille” di Stefania Capobianco e Francesco Gagliardi (che a Giovanni Scifoni, Enrica Guidi e Daniele Monterosi affiancano i più noti Margiotta, Roncato, Sperandeo e Vitali) narra di un partitino palesemente bugiardo e del triangolo sentimentale al suo interno. Restiamo in Italia con Bangla, di e con Phaim Buiyan (e con Carlotta Antonelli e i camei di Liberati e Sermonti), su un giovane romano d’origine bengalese innamoratosi di una coetanea ma vincolato dalla religione.

raxam

Essere avvolti dal buio, completamente proiettati verso un grande schermo sul quale si rincorrono immagini oggi squillanti, domani grigie, dopodomani mute, ma sempre in grado di creare cariche emotive più o meno durature, a volte perfino contrastanti. Sensazioni uguali e diverse delle quali Raxam non potrebbe fare a meno e della cui intensità propone la propria analisi. Condivisibile o meno, è comunque l'invito a non dimenticare un rito aggregativo e assai stimolante per la mente, perpetuatosi nonostante tutto per 120 anni: il cinema al cinema. E ragionarci su, o almeno provarci, non guasta mai.

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